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Truffa multimilionaria con 9.000 redditi di cittadinanza fasulli

Modulo domanda reddito di cittadinanza

Una banda italo-rumena aveva messo in piedi un giro di 9.000 RdC inesistenti che venivano intascati con la compiacenza dei Caf

Un’organizzazione criminale composta da italiani e romeni, aveva messo in piedi una truffa milionaria fondata sul reddito di cittadinanza. L’organizzazione si era inventata migliaia e migliaia di romeni con relativo codice fiscale, aveva approntato a loro nome le pratiche di richiesta del reddito di cittadinanza e con questa si recava nei Caf con centinaia di pratiche per volta, per farsi riconoscere il diritto all'assegno e poi lo stesso assegno che veniva intascato dai truffatori. 
La banda che ha concepito il piano era riuscita a mettere in piedi un giro di migliaia di RdC fasulli. Fono ad ora ne sono stati scoperti novemila; novemila assegni di cittadinanza a prestanome e presta codici fiscali. Per ogni assegno di Reddito cittadinanza la banda incassava 600 euro al mese. Il giro di truffe andava avanti da 18 mesi in cui i malviventi hanno quindi intascato 9000 assegni da 600 euro ognuno per un totale di 5 milioni 400 mila euro al mese che per 18 mesi alza l’ammontare totale del raggiro a 97 milioni 200 mila euro. Per mettere a segno la truffa ovviamente la banda aveva bisogno di farsi accettare e vidimare le pratiche e di mandare in pagamento gli assegni. Ciò avveniva con la compiacenza degli addetti oppure attraverso minacce. Il personale dentro i Caf fingeva di non vedere e comunque la vista era oscurata dai 10 euro a pratica che l'Inps paga. Se uno si presentava con centinaia di pratiche, la moltiplicazione dei 10 euro invitava a non chiedere spiegazioni. Altri nei Caf non ci stavano a far da complici e da fessi e quindi rimediavano minacce e intimidazioni. I controlli effettuati dalle Forze dell'Ordine, in testa la Guardia di FInanza, hanno permesso di scardinare il sistema. Ora partirà in tentativo di recuperare all'Erario Statale il fiume di soldi erogato. Gli stessi autori ostentavano i loro guadagni con video sui social.
2 anni fa
Autore
Luca Morazzano

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