Accoglienza Irregolare, arresti domiciliari e sequestri a Karibu
Ordinanze preventive a carico dei componenti del CdA della Coop della suocera e della moglie di Suomahoro
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina incaricato di indagare sulle condotte messe in essere dalla cooperativa Karibu, presieduta da Marie Therese Mukamitsindo e che aveva nel suo CdA i figli Michel Rukundo (che poi diede vita al Consorsio AID) e Liliane Murekatete, moglie dell'onorevole Soumahoro, ha emesso delle ordinanze cautelari all'indirizzo di tutti i componenti dello stesso stesso CdA. Ad eseguirle, questa mattina, sono stati i Militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Latina,
Nello specifico, i membri del Cda della cooperativa sociale integrate Karibudestinatari dei provvedimenti, sono stati raggiunti dalle misure cautelari degli arresti domiciliari e dell'obbligo di dimora, presso il proprio comune di residenza. Per loro è scattato ancheil sequestro preventivo ai fini di confisca del profitto del reato, misura estesa anche ad un soggetto a loro legato da vincoli di parentela e che attualmente si trova all'estero.
Le indagini condotte da questa Procura e dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare condotte di frode nelle pubbliche forniture. bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e auto-riciclaggio.
Segnatamente, le cooperative KARIBU e CONSORZIO AGENZIA PER L'INCLUSIONE E l DIRITTI ITALIA (in sigla CONSORZIO A.I.D. ITALIA). nonché la JAMBO AFRICA (per il tramite della KARIBU) hanno percepito ingenti fondi pubblici da diversi Enti (Prefettura, Regione. Enti locali etc.) destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato e comunque difforme rispetto a quello pattuito.
Sono state riscontrate infatti numerose criticità nelle strutture gestite dalle cooperative e. in particolare:
• sovrannumero di ospiti:
• alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato;
• condizioni igieniche carenti;
• derattizzazione e deblattizzazione assenti;
riscaldamento assente o comunque non adeguato;
• carenze nell'erogazione dell'acqua calda;
• carenze nella conservazione delle carni;
• insufficienza e scarsa qualità del cibo;
presenza di umidità e muffa nelle strutture;
carenze del servizio di pulizia dei locali e dei servizi igienici; insufficiente consegna di vestiario e prodotti per l'igiene.
Al riguardo sono esemplificative le vicende dei CAS di Aprilia (Via Lipari), di Latina (Hotel de la Ville Central) e di Maenza (Casal dei Lupi) gestiti dalla KARIBU, nonché quelle dei CAS di Latina (Via Romagnoli e Via del Pioppeto) gestiti da CONSORZIO AID.
L'inosservanza delle condizioni pattuite - concretizzatasi nelle gravissime criticità sopra riportate e rilevate dagli ispettori della Prefettura anche congiuntamente a quelli della ASL di Latina e ai Vigili del Fuoco, tali da far vivere gli ospiti in condizioni offensive dei diritti e della dignità degli uomini e delle donne, aggravate dalla condizione di particolare vulnerabilità dei migranti richiedenti protezione internazionale - ha generato considerevoli risparmi di spesa/profitti, che sono stati utilizzati per spese varie (alberghi, ristoranti, abbigliamento di lusso, accessori, gioielli ecc.) e/o investimenti del tutto estranei alle finalità del servizio pubblico e assolutamente non inerenti con l'oggetto sociale delle cooperative e la loro natura di enti no profit.
Tali distrazioni di danaro sono state oggetto di approfondimenti investigativi che hanno consentito di ipotizzare a carico degli indagati i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) a seguito dell'accertamento giudiziario dello stato d'insolvenza della cooperativa KARIBU e di autoriciclaggio di parte di dette somme, che sono state trasferite all'estero (Ruanda, Belgio e Portogallo) e reimpiegate in attività imprenditoriali e comunque estranee rispetto alle finalità di assistenza e gestione in Italia dei migranti e/o richiedenti asilo.
Le indagini proseguono, anche con riferimento a temi investigativi diversi e complessi, nel rispetto delle disposizioni normative in tema di segretezza degli atti di indagine, onde garantire, per un verso, diritti e facoltà delle persone sottoposte ad indagini e, per altro verso, la genuinità, l'oggettività e il buon esito degli accertamenti investigativi.
Il procedimento nel quale sono state applicate le misure cautelari personali e reali sopra richiamate versa tuttora nella fase delle indagini preliminari, con la conseguenza che per gli indagati vige il principio di innocenza.
Commenti