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Al XXIV convegno di Ance Giovani il futuro del settore

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La presidente Angelica Donati ha sottolineato l'importanza della "next gen" imprenditoriale davanti ai cambiamenti intercorsi

Resilienti e creativi. Pronti a reagire a situazioni di emergenza che ormai sono diventate una variabile strutturale nella vita delle imprese. Ma anche con lo sguardo rivolto al futuro, alle nuove sfide che deve affrontare un Paese che vuole crescere. Angelica Donati, Presidente di Ance Giovani, interviene al XXIV convegno dei giovani imprenditori edili rilanciando l’efficace titolo dell’iniziativa, “Pronti, presenza, Via” e rilanciando i numeri presentati, in apertura dei lavori, dal Vicepresidente nazionale dell’Ance, Piero Petrucco, che dimostrano come il sistema delle imprese associate sia “virtuoso” e abbia le carte in regole per competere.

“Le nostre imprese sono oggi più patrimonializzate e scelgono di investire su loro stesse ed il proprio futuro, con un aumento significativo delle immobilizzazioni e una riduzione del debito a breve termine, dimostrando fiducia in una crescita stabile e sostenibile”.  Pnrr e Superbonus, sottolinea Donati, “sono stati il motore per la ripartenza dell’economia italiana, non solo delle nostre imprese. Si è reagito ad una situazione mai affrontata prima con strumenti mai utilizzati prima. In questi quattro anni il sistema produttivo italiano, e con esso il nostro settore, si è adattato ed ha cambiato pelle, dovendo far fronte ad un’impennata senza precedenti dei costi delle materie prime e alla complessità di attingere al mercato energetico”. Il Presidente di Ance Giovani sottolinea le novità positive del decreto Salva casa, ma ci sono ancora cose da fare per accelerare la crescita di un settore strategico come quello delle costruzioni.

“Il nuovo Codice degli Appalti, nato come semplificazione rispetto a quello del 2016, per via dei correttivi appena licenziati rischia di diventare un freno – spiega Donati – La nostra richiesta è semplice: un quadro normativo chiaro, che ci permetta di crescere in maniera sana e che ci permetta di lavorare con efficienza, non di impantanarci in burocrazia”. E’ vero che il settore si è rimesso in salute dopo oltre un decennio di crisi. Ed ha trainato la ripresa del PIL italiano, aiutando il Paese ad uscire da uno dei momenti più bui della storia recente. “Ma pensare di poter risolvere le crisi accendendo e spegnendo un settore in base a quando si ritiene di averne necessità significa destinare il Paese ad una decrescita, quella sì strutturale e certa”. Altro tema, quello della rigenerazione urbana: “In un Paese come l’Italia, dove la qualità della vita passa anche dalla qualità degli spazi urbani, non abbiamo una legge univoca e le normative attuali spesso ostacolano le iniziative di rigenerazione. Invece di facilitare i progetti di riqualificazione, si rischia di frenare lo sviluppo delle città. 

Al convegno dell’Ance Giovani, che si è svolto presso l’Acquario romano, è intervenuto anche il Ministro delle imprese, Adolfo Urso, che ha lanciato l’idea di incentivi casa sul modello Olivetti: “Ci auguriamo di inserire nella legge di Bilancio, già nella fase parlamentare, una misura per incentivare gli investimenti nel patrimonio abitativo per i lavoratori da parte delle imprese”. Questa misura si affiancherebbe al fringe benefit elevato a 5000 euro per i neo-assunti che si devono trasferire. “Una terza gamba sarà come mettere a disposizione il demanio incentivando anche i fondi oltre alle imprese”, ha spiegato Urso.

I lavori sono stati conclusi dalla Presidente Nazionale dell’Ance, Federica Brancaccio che ha sottolineato come il tema della casa sia veramente quello dell’emergenza vera insieme al dissesto idrogeologico. “In manovra di bilancio c’è la programmazione che entro giugno, mi pare, il ministero deve elaborare un piano casa, ma il tavolo al Mit, ultimamente, ha rallentato. La Presidente dei costruttori ricorda che “anche tra le varie elezioni che ci sono state, europee e regionali, c’è stata un’interlocuzione costante e continua con le strutture tecniche, con il legislativo e le strutture. Ma manca ovviamente la chiosa politica. Speriamo che da lunedì abbiamo di nuovo tutti gli interlocutori politici nei ministeri e di andare avanti”.  La Presidente dei Costruttori Edili è poi tornata sul tema della manovra economica, sottolineando la positività del taglio del cuneo fiscale: “Non c’è dubbio che era una necessità per il Paese rinnovarlo”. Ma la numero uno dell’Ance si è detta preoccupata per la programmazione futura degli investimenti, tutte dal 2027 in poi: “Questo

ci preoccupa un po’. E’ chiaro che si aggancia alla fine del Pnrr, però noi sappiamo che ci vuole tempo per programmare. Non si può arrivare al 2027 se non abbiamo le idee chiare e se le risorse stanziate si riescono a spendere subito”. Sul tavolo anche la questione del dissesto idrogeologico: “Avevamo chiesto in maniera molto forte di mettere risorse e anche riforme su questo fronte. Il dissesto idrogeologico costa al Paese 3 miliardi l’anno, quindi al di là della tragedia delle vite umane c’è anche proprio un tema di costo di questo nostro territorio fragile”. Infine, la riqualificazione del patrimonio immobiliare: “L’Italia, come gli altri Stati membri – ricorda Federica Brancaccio – nel giro di un anno e mezzo circa dovrà dire all’Europa quali misure metterà in campo per il raggiungimento nel 2050 della direttiva Green. Ci vorrà un confronto serio già nel 2025”.

18 Novembre
Autore
Eugenio Scribani

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