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Donald Trump subito al lavoro

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Gli USA hanno scelto il ritorno del miliardario come presidente

Donald Trump vince, di nuovo, Casa Bianca, e gli Stati Uniti si trovano nella situazione legale senza precedenti di avere un presidente eletto che nelle prossime settimane potrebbe doversi presentare di fronte al giudice di Manhattan che l'ha condannato nel processo penale collegato alla vicenda Stormy Daniels. Il giudice Juan Merchan ha infatti accettato a spostare a dopo l'elezioni, esattamente al 26 novembre, l'udienza per annunciare la sentenza, che sulla carta potrebbe prevedere quattro anni di prigione, per i 34 capi di imputazione di falsificazione di documenti finanziari.

Ma la vittoria elettorale potrebbe cambiare completamente le cose e diventare la "carta uscita di prigione" per Trump, affermava nei giorni scorsi un'analista legale della Cnn sostenendo che una vittoria del tycoon avrebbe potuto insabbiare tutto. E' infatti attesa per il 12 novembre la decisione del giudice Merchan sul ricorso dei legali di Trump di annullare la condanna alla luce della decisione della Corte Suprema che ha concesso una parziale immunità all'ex presidente. Nel caso che il giudice dovesse confermare la condanna del presidente eletto, gli avvocati di Trump chiederanno sicuramente un nuovo rinvio della sentenza, spingendo la questione nei prossimi mesi, con gli occhi fissi all'insediamento del 20 gennaio.

A parte questo processo concluso, Trump ne ha altri pendenti, sia statali che federali. Per quanto riguarda quelli federali, Trump ha detto più volte durante la campagna elettorale, denunciando l'utilizzo da parte dell'amministrazione democratica della giustizia come arma politica, che nel primo giorno di mandato "licenzierà in due secondi" Jack Smith, il procuratore federale che l'ha incriminato per le carte segrete trovate a Mar a Lago e per aver cercato di sovvertire i risultati elettorali del 2020.

In realtà, il presidente non può licenziare un procuratore speciale, ma dovrà farlo il ministro della Giustizia che sarà nominato da Trump. facendo poi cadere le accuse che erano state presentate. Ma una cosa è certa, il tycoon suoi alleati non hanno fatto mistero della volontà di attuare misure per "vendicare" le ingiustizie subite.

Ed oggi, subito dopo l'annuncio della vittoria di Trump, Mike Davis, che ha lavorato con il giudice della Corte Suprema Neil Gorsuch e si ritiene essere uno dei principali consiglieri legali del presidente eletto, ha provocatoriamente esortato Smith a "trovarsi un avvocato", ventilando quindi la possibilità di azioni legali contro di lui.

In effetti la giudice federale della Florida, Aileen Cannon, nominata da Trump durante il suo primo mandato, ha archiviato il caso delle carte segrete che Trump ha portato via dalla Casa Bianca, rifiutandosi poi di consegnarle alle autorità fino alla clamorosa perquisizione dell'Fbi, ed ha definito la nomina di Smith come procuratore speciale "illegale". Smith ha fatto ricorso contro questa sentenza.

Ma Trump deve fare i conti con un'altra incriminazione a livello statale, per i tentativi di interferenze elettorali in Georgia. L'amministrazione federale non avrebbe modo di intervenire sul corso di questo processo, ma la vittoria elettorale sicuramente metterà a rischio la prosecuzione di questo procedimento.

Anche perché non arriverà prima del 2025 la decisione della corte d'appello che potrebbe togliere il caso a Fani Willis, la procuratrice distrettuale democratica finita sotto inchiesta disciplinare per una sua relazione con uno dei suoi procuratori. Se il caso verrà tolto a Willis è molto difficile che un altro procuratore voglia prendersi un caso contro Trump che ormai sarà presidente in carica. E fonti citate dalla Cnn affermano che è molto improbabile che giudici statali permettano di andare avanti con un procedimento contro un presidente in carica.

Non è arrivata la temuta impasse post-Election Day, ed il processo che porterà Donald Trump a diventare ufficialmente il 47simo presidente degli Stati Uniti si preannuncia molto più lineare e prevedibile rispetto a quanto successo quattro anni fa. Ora si attende che i risultati vengano certificati ufficialmente dai singoli Stati, confermando il conteggio dei voti. Successivamente, i rappresentanti degli Stati si riuniranno nel Collegio Elettorale il 16 dicembre per votare formalmente, sancendo di fatto l’elezione del presidente. Infine, il Congresso degli Stati Uniti conterà ufficialmente i voti il 6 gennaio 2025. Dopo la conferma da parte del Congresso, Trump dovrebbe assumere la carica il 20 gennaio 2025, giorno in cui avverrà il giuramento per il suo nuovo mandato.

Dopo l’Election Day, ogni Stato verifica e certifica i risultati. Questo processo, chiamato "canvass"("tela"), prevede che i funzionari locali ricontrollino e convalidino i risultati. La tempistica di certificazione varia da Stato a Stato, ma in genere termina entro la fine di novembre. Una volta certificati i risultati, ogni Stato nomina formalmente i suoi elettori nel Collegio Elettorale. Questi elettori sono selezionati dai partiti e sono obbligati a votare per il candidato che ha vinto il voto popolare nello Stato. Il 16 dicembre 2024, i grandi elettori di ciascuno Stato si riuniranno nei rispettivi Stati per esprimere i loro voti presidenziali e vice-presidenziali. In quasi tutti gli Stati, questi elettori devono votare per il candidato che ha ottenuto la maggioranza del voto popolare nello Stato, sebbene alcuni Stati permettano agli "elettori infedeli" di votare diversamente (una pratica molto rara e fortemente disincentivata).

Il 6 gennaio 2025, il Congresso degli Stati Uniti si riunirà in una sessione congiunta, presieduta dal vicepresidente in carica, per contare formalmente i voti elettorali e ratificare l'elezione del nuovo presidente. In caso di controversie su alcuni voti elettorali, il Congresso può discutere e decidere sul riconoscimento di quei voti. Dopo il conteggio finale e la certificazione, la presidenza Trump sarà ufficialmente inaugurata il 20 gennaio 2025. In questo giorno, Trump pronuncerà il giuramento di ufficio davanti al presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti, assumendo così formalmente l'incarico. Nei giorni che vanno dalla ratifica al giuramento, il presidente uscente, in questo caso Joe Biden, è solito collaborare con il presidente eletto per garantire un passaggio di potere fluido, inclusa la condivisione di documenti e l’accesso a informazioni di intelligence per preparare la nuova amministrazione.

6 Novembre
Autore
Eugenio Scribani

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