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Milioni di italiani vivono in zone a rischio frane e alluvioni

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L'indagine di Confartigianato fotografa una situazione preoccupante alla luce di eventi climatici sempre più estremi

Una vittima, migliaia di sfollati e milioni di euro di danni. Il bilancio degli allagamenti a Bologna e dintorni è drammatico. Le immegini terrificanti hanno fatto il giro del mondo e la considerazione che in molti di quei luoghi siamo alla quarta esondazione de tracimazioni di fiumi e canali in un anno, fa paura. 

Una paura che aumenta allargando le considerazioni. Secondo l'analisi di Confartigianato, le zone d'Italia e gli italiani a rischio sono davvero tanti. 

In Italia sono 5,7 milioni le persone e 405mila le imprese che vivono e operano in aree a rischio di frane e 2,4 milioni i cittadini e 226mila le imprese che risiedono in zone ad elevato rischio di alluvioni, fenomeni sempre più frequenti che nel decennio 2013-2022 hanno provocato danni economici per 5 miliardi di euro ogni anno.

L’allarme sui rischi idrogeologici che minacciano gli italiani è contenuto in una rilevazione che Confartigianato presenta durante la Settimana per l’energia e la sostenibilità organizzata dal 21 al 27 ottobre con 65 eventi in tutta Italia per fare il punto sulle prospettive della transizione green.

Secondo il rapporto di Confartigianato i timori per gli effetti del climate change sono più diffusi in Italia rispetto alla media europea: il 44% dei nostri connazionali si sente esposto a eventi meteorologici estremi, a fronte del 38% percepito nell’Ue. Inoltre, il 31% degli italiani è preoccupato per i disastri geologici, una percezione di rischio più che doppia rispetto al 13% della media UE. Il 31% degli italiani si sente vulnerabile alle inondazioni, cinque punti sopra la media europea.

Timori più che fondati visto che il nostro territorio, soltanto nel 2023, ha subito 378 eventi climatici di grave impatto, in aumento del 22% rispetto all’anno precedente.

In particolare, nelle zone a rischio frane risiedono 5.707.465 abitanti, quasi un decimo (9,6%) degli italiani, operano 405.240 imprese e sono presenti 1.867.094 edifici e 38.153 beni culturali. Il pericolo cresce perché nelle aree a rischio frane superiore alla media, dal 2018 ad oggi la popolazione è aumentata dell’1,7%, gli edifici del 2,7%, le imprese dell’1,8% e i beni culturali del 7%.

Per quanto riguarda le località ad elevato rischio di alluvione, sono 2.431.847 gli italiani che vi abitano e 225.874 le aziende che vi lavorano, oltre alla presenza di 623.192 edifici e 16.025 beni culturali.

“Siamo un Paese a rischio. Sono in gioco – sostiene il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – vite umane, attività economiche, il nostro patrimonio culturale. Reagiamo subito e affrontiamo con la prevenzione idrogeologica le fragilità del territorio italiano. Vanno utilizzate rapidamente le risorse del Pnrr per azioni di tutela dell’ambiente, con la messa in sicurezza delle zone colpite dal dissesto, la realizzazione di opere e infrastrutture adeguate, la manutenzione ordinaria con controlli costanti per verificarne tenuta ed efficienza”.

 

21 Ottobre
Autore
Luca Morazzano

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