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La guida “Osterie d'Italia 2024” parla toscano

Enogastronomia

La pubblicazione a cura di Slow Food mette in evidenza 1752 locali, Forte la presenza di attività toscane

Presentata a Firenze con gli interventi di Antonio Mazzeo presidente del Consiglio regionale, Marco Landi portavoce dell’opposizione e Gian Marco Centinaio vicepresidente del Senato. 
È la Toscana la protagonista indiscussa della guida che Slow Food ha dedicato alle osterie d’Italia. “Osterie d'Italia 2024” è una sorta di Sussidiario del mangiarbere all'italiana; un viaggio nella ristorazione italiana più autentica, raccontata tramite le visite e le recensioni di oltre 230 collaboratori. 1752 locali segnalati tra osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti, 311 indirizzi premiati con la Chioccola per l'ambiente, la cucina e l'accoglienza in sintonia con i valori di Slow Food. 16 inserti dedicati a realtà la cui offerta e impostazione sono interpreti di una tradizione gastronomica locale, rintracciabili esclusivamente nella regione di appartenenza. 151 locali premiati con il Bere Bene, un riconoscimento per la curata selezione di bevande: birre artigianali, succhi, infusi, cocktail e distillati; 488 locali premiati con la Bottiglia per la curata selezione di vini.

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La guida è stata presentata nella Sala Gonfalone di palazzo del Pegaso a Firenze sede del Consiglio regionale della Toscana. Sono intervenuti Antonio Mazzeo, presidente dell’Assemblea toscana; Marco Landi, consigliere regionale; Francesca Mastrovito, curatore nazionale della Guida Osterie d’Italia; Gian Marco Mazzanti e Francesco Ranzani, coordinatori regionali Guida Osterie d’Italia; Gianrico Fabbri, presidente Slow Food Toscana; Francesco Tapinassi, direttore di Toscana Promozione turistica; Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato. Erano presenti il vicepresidente del Consiglio regionale Marco Casucci e le consigliere regionali Cristina Giachi, Luciana Bartolini e Elena Meini.
“L’osteria è un luogo tipico della Toscana - ha detto Antonio Mazzeo presidente dell’assemblea toscana – dove stare bene e andare con la propria famiglia e in questa guida si vede la forte presenza della Toscana con 136 osterie, 28 chiocciole che danno il senso della capacità di questo territorio di offrire prodotti enogastronomici sostenibili, lavorare sulla biodiversità; in questi settori si è già fatto tanto , ma si continua a impegnarsi perché in questi campi la toscana vuol continuare ad emergere, cultura e innovazione possono andare di pari passo”.
“Un piacere promuovere in questa sede prestigiosa la Guida nazionale delle Osterie d’Italia – ha detto Marco Landi portavoce dell’opposizione – un presidio importante nella nostra regione per valorizzare chi lavora con qualità e a favore della sostenibilità ambientale, che si rapporta con la qualità del cibo del nostro territorio che ha una valenza incredibile. Un ringraziamento sentito a chi ha redatto questa guida e a chi lavora ogni giorno per preparare cibi unici e che deliziano il nostro palato. Sarebbe importante istituire un albo regionale per la valorizzazione dei nostri prodotti tipici”.
“Nell’anno in cui come sistema paese proponiamo all’Unesco la cucina italiana come patrimonio mondiale dell’umanità- ci ha detto Gian Marco Centinaio vicepresidente del Senato – diventa fondamentale continua a proporre, come fa questa guida, la qualità e le tradizioni della nostra cucina abbinandoli ai territori, di conseguenza abbinare l’agroalimentare al turismo. Le osterie rappresentano qualità di altissimo livello legate ai territori di provenienza, non c’è una osteria uguale all’altra, sono tutte diverse legate a singole famiglie, al territorio e alla qualità dei prodotti locali”.
Nella guida troviamo in Toscana 136 osterie di cui 13 novità? e 28 Chiocciole incluse le 5 nuove, 53 bottiglie: questi i numeri della regione nella nuova edizione di Osterie d’Italia, lo storico sussidiario del mangiarbere all'italiana di Slow Food Editore. Giunto alla trentaquattresima edizione questo compendio ineludibile racconta la ristorazione italiana più autentica e di qualità. In Toscana sono 22 i collaboratori della fitta e capillare rete nazionale che si occupa di recensire e contribuire alla mappatura del territorio per questo specifico segmento di ristorazione che si riconferma ancora in ottimo stato di salute. Quella delle Osterie è la cucina della tradizione, nei sapori, nell’atmosfera, e anche nel prezzo.
“Abbiamo un numero record di osterie recensite – ha detto Francesca Mastrovito curatrice nazionale – e di chiocciole attribuite non perché siamo di manica larga, ma perché l’attenzione dei ristoratori alla qualità e al territorio è sempre maggiore, esiste sempre una crescente sinergia con la comunità che va raccontata e premiata. Cerchiamo quei luoghi dove si mangia bene e dove l’accoglienza è un valore primario. Tra l’altro premiamo alcune specificità regionali come quella del trippaio fiorentino Leonardo Torrini. La cosa bella è che molti dei nuovi ingressi nella guida sono gestiti da giovani che arrivano da esperienze diverse”.
Da non dimenticare a completamento di uno spaccato regionale così dettagliato, l’inserto tutto toscano dedicato ai Trippai, peculiarità della regione che per la prima volta in assoluto quest’anno può vantare la chiocciola con Leonardo Torrini. Le altre chiocciole sono: Quinto Quarto di Camaiore (LU); Locanda Agricola Posapiano di Montecarlo (LU); Peposo di Pietrasanta (LU); Il Cappello di Paglia di Anghiari (AR).
“Si viene in Toscana per mangiare e stare bene – ci ha ricordato Gianrico Fabbri presidente Slow Food Toscana- e i locali della guida sono molto accoglienti, i ristoratori hanno a cuore il loro territorio e la sua sostenibilità, promuovono i prodotti gastronomici della loro zona e quindi realizzano una vera operazione culturale”.
“La collaborazione con Slow Food è importante – ha detto Francesco Tapinassi direttore di Toscana promozione turistica- per far conoscere anche all’estero la qualità dei nostri prodotti e attraverso eventi, come Vetrina Toscana, lanciare un’immagine della nostra regione legata alla qualità. Il nostro progetto è diventato un modello nazionale e molti ristoratori anche fuori dalla regione vogliono aderire alla nostra iniziativa, per promuovere le loro attività”.
E proprio “Le "osterie slow" sono quelle che meglio rappresentano quella proposta gastronomica tipica che si indentifica con la regione e che offrono ai fornelli una constante valorizzazione dei prodotti e della tipicità puntando anche e soprattutto sull'alta professionalità e sui rapporti umani” sottolinea Francesco Ranzani coordinatore regionale della Guida. “Un racconto della toscanità - chiosa Gian Marco Mazzanti anch’egli coordinatore regionale - che riprende e ritrova forza nella cura dei dettagli, nei menu mai ripetitivi e nell’attenzione ad una nuova valorizzazione dei prodotti tipici, della biodiversità, della sostenibilità del territorio”. 

17 Novembre
Autore
Luciano Razzano

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