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Sanità disastrata nel Lazio, Rocca prova a raddrizzarla

regione lazio

Intervento del Presidente della Regione in Commissione dove vengono analizzati conti disastrati, criticità funzionali e logistiche dei servizi attivi

Nella Sanità del LAzio c'è qualcosa che non va; anzi più di qualcosa che non va. Inutile nasconerlo e inutile anche cercare di sminuire il problema, anzi i problemi che ogni giorno di ripercuotono sia sugli utenti/pazienti che sugli addetti ai lavori del comparto sanitario laziale. Tanti i capitoli di intervento su cui operare per migliorare il servizio sanitario. Il Presidente della Regione Francesco Rocca, ascoltato dalla commissione Sanità del Consiglio regionale proprio nella sua veste di assessore, ha parlato di riforma del Recup, nuovo policlinico Umberto I, chiarezza sui bilanci delle Asl, interventi sui pronto soccorso, sull’assunzione di nuovo personale. L’audizione è stata introdotta dalla presidente della commissione, Alessia Savo che ha ricordato come la sanità sia “uno dei temi più importanti, perché riguarda il benessere e la dignità di tutti i cittadini del Lazio. Il Consiglio regionale -  in particolare la commissione Sanità - ha un ruolo importante: deve essere un luogo di proposte, confronto, dibattito e ascolto”.

Il presidente Rocca è partito dalla situazione dei bilanci: “C’era un disavanzo di 218 milioni di euro - ha ricordato – la Corte dei Conti non ha parificato bilancio di alcune aziende sanitarie, c’è timore che avvenga anche per altre, per ragioni tecniche, si tratta di fatti che possono avere un impatto violento sui nostri conti. Non vogliamo una caccia all’uomo, serve un lavoro comune, non voglio dare lettura politica, ma tecnica dei dati”.

“L’Umberto I - ha proseguito - perde 170 milioni di euro l’anno, è un  dato strutturale. Bisogna intervenire in maniera altrettanto strutturale realizzando un nuovo policlinico, più adeguato ai nostri tempi. Abbiamo aperto un tavolo istituzionale con università La Sapienza e Comune di Roma per delocalizzazione l’Umberto I: non ha ragion d’essere un ospedale diviso in 56 edifici. Siamo intervenuti subito per alleviare la pressione sui pronto soccorso. Abbiamo verificato la mancanza di 700 posti letto e ne abbiamo acquistati 500 con un accordo sperimentale e temporaneo con strutture private. I dati ci danno ragione: abbiamo quasi azzerato il fenomeno del blocco ambulanze, diminuito del 30 per cento il tempo di attesa al pronto soccorso. Dimostrazione che questa era la strada giusta su cui muoversi”.

“Altro tema – ha dichiarato ancora Rocca – è la riforma del Recup, c’è un lavoro enorme da fare: 4 milioni di prestazioni pagate ai privati e di queste una minima percentuale è inserita nel Recup. Stiamo lavorando perché entro fine siano tutte inserite nel sistema di prenotazione pubblico, in maniera da avere un quadro esatto e intervenire in maniera esatta. E’ stata avviata l'informatizzazione di tutti i posti letto. Ho scoperto reparti dichiarati aperti e non lo erano.  Serve un sistema blindato delle liste di attesa operatorie che non permetta a nessuno di bypassare la lista stessa”.

Roccca è passato poi agli investimenti in edilizia sanitaria: “Oltre 1 miliardo di euro. Abbiamo trovato 633 milioni non ancora impegnati e 537 liberi. Abbiamo elaborato un piano partendo dalle necessità del territorio. Stiamo lavorando a un nuovo piano sanitario: l’obiettivo è rivedere l’offerta ospedaliera su tutto il territorio per ridurre la mobilità verso Roma”.

“Il dato che ci preoccupa di più – ha concluso Rocca – lo ribadisco, è la contabilità opaca nelle Asl. C’è un problema relativo ai fondi di dotazione, al fondo rischi e alle note di credito che non trovano puntuale riscontro nella contabilità di LazioCrea. Potrebbe portare a una sopravvenienza passiva molto impattante sul servizio sanitario”.

Nel corso del dibattito sono intervenuti Rodolfo Lena (Pd), Marietta Tidei (Azione – Italia Viva), Massimiliano Valeriani (Pd), Marta Bonafoni (Pd), Salvatore La Penna (Pd), e Adriano Zuccalà (M5s). Molti i chiarimenti e le domande rivolte a Rocca, in particolare sulla sanità territoriale, sull’accordo con i privati per l’utilizzo di 500 posti letti, sulla centralizzazione delle assunzioni da parte della Giunta. In particolare in tutti gli interventi si è lamentata “una mancanza di visione” da parte della Giunta regionale.

Rocca ha risposto a tutti gli interventi, spiegando, tra l’altro, che la sua visione della sanità è un servizio sanitario fatto da pubblico e privato, in cui la politica deve esercitare una funzione di Governo e non subire la volontà delle imprese. Sulle assunzioni ha spiegato che la centralizzazione non ha portato a nessun blocco, ma è servita a verificare con puntualità la rispondenza delle richieste delle aziende ai reali fabbisogni.  

1 anno fa
Autore
Luca Morazzano

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