Scandicci, un paese rivoluzionato dal genio di Rogers
L'architetto anglo-italiano scomparso lo scorso 18 dicembre con il progetto di città compatta ha reso il piccolo paese toscano un modello
Lo scorso 18 dicembre è morto Rochard Rogers, ovvero uno degli architetti più famosi della nostra epoca se non il più famoso insieme a Renzo Piano di cui è stato fraterno amico e socio per qaranta anni. Rogers era nato in Italia il 23 luglio 1933 a Firenze.
Tra le sue maggiori opere, ricordate in questi giorni ci sono il Centro Georges Pompidou di Parigi, la sede dei Lloyd's Insurance a Londra, il Palazzo della Corte Europea a Strasburgo, il Millennium Dome di Londrao ancora l’Aeroporto di Madrid-Barajas e il World Trade Center di New York.
Ma a Rogers sono legate anche città italiane e se a Venezia, fa bella mostra di sé l’H Farm Campus, è Scandicci, paese a pochi chilometri da Firenze, Toscana, che rappresenta la genialità dell’architetto angoitaliano che ha trasformato con la sua opera, quello che era un paese dormitorio, una sorta di periferia di Firenze, in un centro autonomo esempio di funzionalità dei trasporti e meta turistica.
Nel 2003, a seguito dell'incarico conferito dal Comune di Scandicci, lo studio Rogers Stirk Harbour and Partners ha redatto il masterplan urbanistico per la futura definizione dello sviluppo cittadino, in particolare del Nuovo Centro Civico. Richard Rogers firmò poi la nuova piazza Resistenza con l'Auditorium, la fermata 'Stazione' della tramvia, gli edifici, lo spazio pubblico, inaugurati nel 2013
Dalla concertazione politica, alle logiche attuative, alle innovazioni del progetto urbanistico, tecnologico ed architettonico, Rogers accettò la sfida di curare gli squilibri di un "sobborgo satellite" e di progettare la 'civitas' di una città nascente.
La prima opera in Italia, firmata Rogers Stirk Harbour, è quindi la storia di una trasformazione che propone un inedito dialogo tra la Scuola Strutturalista anglosassone e la realtà edilizia italiana in uno dei momenti di maggior crisi del settore dal dopoguerra. Un'opera strategica che riflette la visione urbanistica di Richard Rogers, maturata nei molti masterplan per città, come Barcellona, Parigi, Londra, Shanghai, e promulgata attraverso ricerche e pubblicazioni, come quella dell'Urban Task Force per la rigenerazione urbana in Gran Bretagna. Teoria e pratica trovano la loro applicazione sinergica nel Nuovo Centro Civico di Scandicci che adotta i principi della "città compatta", cioè densa, policentrica, multifunzionale, innervata dalla rete del trasporto pubblico. Il cuore dell’intervento è una nuova piazza pubblica, su sui si affacciano il palazzo comunale preesistente e i tre nuovi complessi per la cultura, la residenza, il terziario.
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