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Sicilia, risveglio in giallo a causa dell’aumento dell’incidenza

Sicilia zona Gialla

I parametri per il cambio di colore sono la soglia dei 50 casi settimanali ogni centomila abitanti, le percentuali di terapie intensive e i ricoveri covid oltre 10%

Dopo un’estate in zona bianca, mai verde che è il colore che indicherà il cessato allarme pandemico, l’Italia ricomincia a colorarsi in base all’incidenza del Covid.

La Sicilia, dopo un agosto in cui ristoratori e alberghieri hanno potuto svolgere il loro lavoro di ricezione rispettando regole di contenimento minime e quindi rimpinguando le casse disastrate da mesi di lockdown e restringimenti vari, si è così svegliata in giallo per aver sforato i tre parametri che adesso vengono tenuti in considerazione per il passaggio dal bianco al giallo:se i casi settimanali ogni centomila abitanti sono oltre cinquanta e se le percentuali di terapie intensive e ricoveri covid sono rispettivamente oltre il 10%. 

Con il giallo cosa succede? Poco, i divieti saranno limitati all'uso della mascherina anche all'aperto e al tetto dei 4 commensali al tavolo dei ristoranti.

In zona gialla sono consentiti tutti gli spostamenti: all'interno del proprio Comune, tra Comuni diversi e tra Regioni. Decade anche il coprifuoco, quindi non ci sono più limiti orari alla circolazione e non è più necessaria l'autocertificazione.

Anche in caso di arancione le norme attuate sarebbero più leggere a quelle che avevamo conosciuto nei mesi scorsi. In zona arancione è sempre consentito spostarsi per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute, nonché per il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, comprese le seconde case.

I territori che vengono raggruppati nella zona gialla devono rispettare le norme del Decreto Covid approvate lo scorso 21 aprile dal Governo Draghi.

Le regole riguardano soprattutto gli spostamenti e la riapertura di bar, ristoranti, cinema, teatri e mostre.

Il coprifuoco non c’è più perché è stato abolito sull’intero territorio italiano.

L’obbligo più evidente, quello delle mascherine, è però complicato da essere mantenuto e controllato. Il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani ha dichiarato: “I controlli non sono semplici soprattutto per quanto riguarda la mascherina all'aperto. Noi i controlli li facciamo, circa 2000 al giorno. E' evidente che in una provincia come quella di Palermo la violazione del non indossare la mascherina può essere talmente diffusa che è difficile da controllare”.

 

 

3 anni fa
Autore
Luca Morazzano

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