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La Catalogna incanta il Sunflowers European Tour
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Alla scoperta de La Fageda un modello che non è solo etico, è vincente
"Oggi, il Sunflowers European Tour non ha semplicemente fatto tappa in un luogo, ma è approdato in un'idea, in un ecosistema umano che pulsa di vita e dignità". Con queste parole Massimiliano Porcelli, il presidente di Utopia 2000, impegnato ormai da giorni nel tour in bicicletta che da Lisbona lo porterà ad Atene attraversando progetti eiticosolidali ed ecosostenibili di tutta Europa ha salutato la tappa odierna del percorso. A Santa Pau, nel cuore della Catalogna, La Fageda Fundacion ha accolto tutta la carovana al seguito di Porcelli: "e non è esagerato dire che siamo stati testimoni di un piccolo miracolo di umanità applicata".
I numeri, da soli, raccontano già una storia potente: un team di oltre 650 persone, di cui 345 dipendenti stipendiati. Ma è scavando in questi numeri che si trova il vero tesoro che Massimiliano prova a spiegare così: "Di questi, 168 sono persone che la società definirebbe "vulnerabili", un'etichetta che qui, a La Fageda, perde il suo peso e si trasforma in un punto di partenza. A loro si aggiungono altre 88 persone, non ancora dipendenti, che qui trovano un percorso, un'opportunità, una mano tesa verso il futuro. Ma La Fageda è molto più di un'impresa sociale che dà lavoro. È un manifesto vivente contro l'idea che una persona possa essere definita unicamente dalla sua professione o dalla sua produttività. La loro filosofia, che risuona in perfetta armonia con i valori del nostro progetto, si fonda su una verità tanto semplice quanto rivoluzionaria:siamo esseri multidimensionali!". E poi ancora: "Un ringraziamento a Mariona de la Fageta Fundacio per averci fatto scoprire un progetto così concreto.
Qui si accoglie una persona, si impara a conoscerla nella sua interezza, a supportarla da una prospettiva globale, comprendendo che un problema personale può influire sul lavoro e che un successo lavorativo può illuminare la vita personale. È un cerchio virtuoso che genera benessere autentico. Questo modello non è solo etico, è vincente. Dimostra che un'economia con un'anima è possibile. Che l'inclusione non è un costo, ma un investimento incalcolabile in capitale umano e sociale. La Fageda è un faro che indica una rotta possibile per un futuro in cui il lavoro nobilita l'uomo non per ciò che produce, ma per ciò che è. E questa è una lezione che porteremo con noi in ogni chilometro del nostro viaggio".
I numeri, da soli, raccontano già una storia potente: un team di oltre 650 persone, di cui 345 dipendenti stipendiati. Ma è scavando in questi numeri che si trova il vero tesoro che Massimiliano prova a spiegare così: "Di questi, 168 sono persone che la società definirebbe "vulnerabili", un'etichetta che qui, a La Fageda, perde il suo peso e si trasforma in un punto di partenza. A loro si aggiungono altre 88 persone, non ancora dipendenti, che qui trovano un percorso, un'opportunità, una mano tesa verso il futuro. Ma La Fageda è molto più di un'impresa sociale che dà lavoro. È un manifesto vivente contro l'idea che una persona possa essere definita unicamente dalla sua professione o dalla sua produttività. La loro filosofia, che risuona in perfetta armonia con i valori del nostro progetto, si fonda su una verità tanto semplice quanto rivoluzionaria:siamo esseri multidimensionali!". E poi ancora: "Un ringraziamento a Mariona de la Fageta Fundacio per averci fatto scoprire un progetto così concreto.
Qui si accoglie una persona, si impara a conoscerla nella sua interezza, a supportarla da una prospettiva globale, comprendendo che un problema personale può influire sul lavoro e che un successo lavorativo può illuminare la vita personale. È un cerchio virtuoso che genera benessere autentico. Questo modello non è solo etico, è vincente. Dimostra che un'economia con un'anima è possibile. Che l'inclusione non è un costo, ma un investimento incalcolabile in capitale umano e sociale. La Fageda è un faro che indica una rotta possibile per un futuro in cui il lavoro nobilita l'uomo non per ciò che produce, ma per ciò che è. E questa è una lezione che porteremo con noi in ogni chilometro del nostro viaggio".
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