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Superbonus, ennesima maxi truffa disinnescata dalla Finanza

Giulietta della Guardia di Finanza

Ammonta a 103 milioni l'importo del sequestro operato dalle Fiamme Gialle di Perugia per cessioni di crediti di imposta inesistenti

La stretta di vite sui regolamenti inerenti le possibilità di cessione del credito in materia di bonus edilizia, ha permesso alla Guardia di Finanza di Perugia si individuare e sventate una truffa milionaria in atto a Perugia e dintorni. La Guardia di Finanza di Perugia ha infatti eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso, su richiesta della procura, dal gip del Tribunale per un valore di oltre 103 milioni di euro, nei confronti di società e persone fisiche, che avrebbero generato e commercializzato, sull’intero territorio nazionale, fittizi crediti di imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi introdotti dal governo per mitigare gli effetti economici della pandemia: bonus facciate, recupero patrimonio edilizio, bonus locazioni.

L’operazione è partita da un’attività di analisi condotta dal comando provinciale per individuare profili di rischio connessi all’utilizzo distorto delle diverse misure agevolative. In quest’ambito è emersa la posizione di una società operante, nell’hinterland perugino, nel settore commercio di autoveicoli che, da preliminari riscontri, risultava aver acquistato e rivenduto crediti di imposta per rilevanti importi, verosimilmente riconducibili a condotte fraudolente e, comunque non in linea con l’effettiva operatività aziendale, trattandosi di un soggetto completamente sconosciuto al fisco e privo di capacità economico finanziaria. Gli approfondimenti, effettuati dal nucleo di polizia economico finanziaria, anche grazie a mirati sopralluoghi e interrogazioni delle banche dati della Guardia di Finanza, hanno consentito di delineare un quadro indiziario, fornendo adeguate prove circa l’inesistenza dei crediti d’imposta ceduti, la mancata esecuzione, in tutto o in parte, dei lavori e la fittizietà dei contratti di affitto sottostanti. Pertanto le comunicazioni di cessione dei crediti inserite nella piattaforma informatica sono state qualificate come altri documenti per operazioni inesistenti.

Il giudice per le indagini preliminari, condividendo l’impianto accusatorio formulato della procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone, ha ritenuto sussistenti i presupposti per concedere il sequestro dei crediti evidenziando che gli stessi sono “da considerarsi inesistenti per il volume degli stessi, per il fatto che la società aveva un’attività assolutamente slegata da quella relativa all’edilizia e alla ristrutturazione di immobili" e che “i soggetti coinvolti, cedenti e cessionari, presentano profili di criticità non avendo presentato dichiarazione dei redditi, o dichiarato redditi esigui, e, laddove proprietari di immobili o porzioni di essi, comunque non svolgono attività tali da generare i volumi di credito di imposta indicati".

2 anni fa
Autore
Luciano Razzano

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