A che punto è la Transizione Ecologica in Italia?
Una nota dell'Ispra prova a fare il punto sulla transizione ecologica nei vari settori cardine dell'economia e della quotidianità italiana
L'istituto superiore di Protezione e Ricerca Ambientale ha prodotto una nota che tocca i punti di applicazione della Transiizione Ecologica nei vari settori cardine della produttività e della quotidianità in Italia.
Transizione Ecologica Aperta è il nuovo rapporto che l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) dedica ai non specialisti, quindi a tutti quei politici, amministratori, giornalisti, ambientalisti e cittadini che hanno a cuore il futuro dell’ambiente italiano. Il rapporto passa in rassegna tutti i principali sistemi naturali e umani che concorrono a definire quello che chiamiamo “ambiente”. Ne esamina lo stato attuale ma anche l’andamento negli ultimi anni e gli obiettivi per i prossimi. Chiarisce le complesse dinamiche naturali,
economiche, tecnologiche, sociali e normative che legano i sistemi fra loro. Aiuta quindi il lettore a capire dove sta andando l’ambiente italiano, e perché.
Scorrendo le voci del rapporto si possono identificare facilmente le maggiori criticità dell’ambiente italiano, sulle quali concentrare gli sforzi nei prossimi anni. Spiccano ad esempio il consumo di suolo, l’impatto dell’agricoltura e delle specie esotiche invasive, le emissioni di gas serra dei trasporti e del settore civile, le condizioni del mare o di molti ambienti di acqua dolce.
Non si può però fare a meno di notare anche quanta strada l’Italia abbia già fatto nella giusta direzione. Basti pensare al forte calo delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento in generale, alla straordinaria espansione dei boschi, all’aumento delle aree protette. Un dato spicca però sugli altri, ed è il “disaccoppiamento” a partire dagli ultimi anni fra crescita economica e uso
di energia e materie prime: all’aumento della prima, corrisponde la diminuzione del secondo.
Abbiamo anche una bellissima espressione per definire questo fenomeno: “sviluppo sostenibile”.
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