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Ultime battute dei bonus edilizi ma le truffe continuano

ponteggi wikimedia

A Messina truffa e omesso versamento delle imposte con sequestro da 2,2 milioni

Una truffa sui bonus edilizi è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Messina che ha eseguito stamani il sequestro preventivo di crediti di imposta 'inesistenti', per un valore di circa 1,6 milioni di euro, ceduti a un intermediario abilitato da una società barcellonese attiva nel settore delle costruzioni. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Barcellona Pozzo di Gotto. Contestualmente le Fiamme gialle hanno proceduto al sequestro per equivalente del profitto dei reati tributari di omesso versamento di ritenute e Iva, posti in essere dalla stessa impresa, per ulteriori 640mila euro. Le indagini, coordinate dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, sono scattate dopo una verifica fiscale condotta dal nucleo di Polizia economico-finanziaria di Messina, che ha portato alla scoperta di un meccanismo fraudolento ideato per beneficiare indebitamente delle agevolazioni introdotte dal cosiddetto decreto 'Rilancio'. 

Gli approfondimenti ispettivi hanno riguardato la genuinità degli interventi eseguiti dalla società per il recupero del patrimonio edilizio di privati cittadini. E' emerso così che parte dei committenti – parenti o comunque persone legate al legale rappresentante dell’impresa –, dopo aver concordato con la società appaltatrice il cosiddetto sconto in fattura, avrebbe presentato false comunicazioni attestanti l’avvenuto pagamento a mezzo bonifico bancario o postale 'parlante' delle spese sostenute per i lavori edilizi, consentendo all’impresa di beneficiare di un indebito vantaggio conseguente alla monetizzazione dei crediti di imposta (correlati ad agevolazioni del tipo 'bonus facciate', 'ecobonus' e 'bonus ristrutturazione'). "Tali condotte, poste in essere dal legale rappresentante della società verificata in concorso con le persone fisiche committenti - spiegano gli investigatori delle Fiamme gialle -, rappresentando un valore dei lavori eseguiti non giustificato da pagamenti tracciabili, hanno consentito di monetizzare indebitamente crediti d’imposta per circa 1,6 milioni di euro, interamente ceduti agli intermediari finanziari".

La società barcellonese, inoltre, aveva maturato una esposizione debitoria nei confronti dell’erario, costituita da Iva e ritenute previdenziali non versate, per un importo di oltre 640.000 euro, ricompreso nel provvedimento di sequestro in quanto profitto della frode fiscale.

10 Dicembre
Autore
Luciano Razzano

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