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Troppo caldo, ci sono 559 milioni di bimbi a rischio

termometro caldo

Secondo Unicef il rischio nel mondo è in crescita ed entro il 2050 il rischio potrebbe estendersi a tutti

Nel mondo 559 milioni di bambini sono esposti a un'alta frequenza di ondate di calore e 624 milioni a una delle altre tre condizioni di rischio legate al caldo: lunga durata dell'ondata di calore, alta gravità dell'ondata, temperature estremamente elevate. Lo stima l'Unicef, prospettando che "entro il 2050 tutti i 2,02 miliardi di bambini nel mondo saranno esposti a un'alta frequenza di ondate di calore" a causa del cambiamento climatico, "indipendentemente dal fatto che il mondo raggiunga uno 'scenario a basse emissioni di gas serra' con un riscaldamento stimato di 1,7 gradi nel 2050 o uno 'scenario ad altissime emissioni di gas serra' con un riscaldamento stimato di 2,4 gradi nel 2050".

Già oggi - sottolinea il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia - un bambino su 3 vive in Paesi che affrontano temperature estremamente elevate e circa uno su 4 è esposto a un'alta frequenza di ondate di calore. Ma "questo dato potrà solo peggiorare - avverte l'Unicef - Ancora più bambini subiranno le conseguenze di ondate di calore più lunghe, calde e frequenti nei prossimi 30 anni", con minacce per "la loro salute e il benessere". Attualmente la durata delle ondate di calore elevate ha conseguenze su 538 milioni (o il 23%) dei bambini a livello globale, prosegue l'organismo Onu. Un numero che salirà a 1,6 miliardi nel 2050 con un riscaldamento di 1,7 gradi e a 1,9 miliardi con un riscaldamento di 2,4 gradi, evidenziando la necessità di "misure urgenti e drastiche di mitigazione delle emissioni e di adattamento per contenere il riscaldamento globale e proteggere le vite umane".

"A seconda del grado di riscaldamento globale raggiunto", rimarca l'Unicef, "milioni di bambini in più" potrebbero essere "esposti a ondate di calore e temperature estreme. I bambini delle regioni settentrionali, in particolare dell'Europa, subiranno gli aumenti maggiori delle ondate di calore di elevata intensità, ed entro il 2050 quasi la metà di tutti i bambini dell'Africa e dell'Asia sarà esposta in modo prolungato a temperature estremamente elevate". E l'Italia? Il nostro Paese, analizza Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, "si trova nella cosiddetta zona hotspot del Mediterraneo, cioè è tra le aree che si riscaldano più rapidamente rispetto all'aumento della media globale. In Italia nel 2020 erano 6,1 milioni i minorenni esposti a un'alta frequenza di ondate di calore, nel 2050 saranno 8,7 in uno scenario a basse emissioni e 9,7 in uno scenario a emissioni molto elevate. Per quanto riguarda la durata delle ondate di calore, nel 2020 avevamo 7,2 milioni di minorenni esposti a una durata elevata", mentre "nel 2050 ne avremo 8,7 in uno scenario a basse emissioni e 9,2 in uno scenario a emissioni molto elevate. Sono dati preoccupanti, su cui non dobbiamo abbassare la guardia".
"Le ondate di calore - ricorda il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia in una nota - sono dannose soprattutto per i bambini, perché hanno una minore capacità di regolare la loro temperatura corporea rispetto agli adulti. Più i bambini sono esposti a ondate di calore, maggiori sono le loro probabilità di avere problemi di salute, comprese malattie respiratorie croniche, asma e malattie cardiovascolari. I neonati e i bambini piccoli sono esposti a più alti rischi di mortalità legata al caldo. Le ondate di calore possono avere effetti sull'ambiente in cui vivono i bambini, la loro sicurezza, nutrizione e accesso all'acqua, sull'istruzione e sul loro sostentamento futuro". Da qui "il bisogno urgente di adattare i servizi su cui i bambini fanno affidamento all'inevitabile impatto del riscaldamento globale", e "la necessità di continuare a mitigare gli effetti peggiori delle altre condizioni di caldo elevato per prevenire gli impatti peggiori delle altre misure di riscaldamento, tra cui ondate di calore più lunghe e più calde e temperature estreme più elevate".

"Quanto saranno devastanti questi cambiamenti dipenderà dalle azioni che intraprendiamo adesso", ammonisce l'Unicef. "Come minimo - suggerisce - i governi devono limitare urgentemente il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius e raddoppiare i fondi per l'adattamento climatico entro il 2025. Questo è l'unico modo per salvare le vite il futuro dei bambini e il futuro del pianeta".

All'Italia, che si sta dotando di un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, l'organismo Onu per chiede di "intervenire nei 6 settori cruciali per l'infanzia: acqua, strutture sanitarie e igiene (Wash), salute, nutrizione, istruzione, politiche sociali e protezione dell'infanzia; di mettere bambini e adolescenti in condizione di agire attraverso una formazione strutturale sui cambiamenti climatici, inclusa la riduzione del rischio da disastri naturali; di consultare i bambini e i giovani sia in fase di stesura, sia nelle fasi di realizzazione, monitoraggio e valutazione delle politiche climatiche". Per sensibilizzare bambini, giovani e famiglie sui temi del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale, Unicef Italia ha lanciato la campagna 'Cambiamo aria: la crisi climatica è una crisi dei diritti delle bambine e dei bambini'.

1 anno fa
Autore
Luciano Razzano

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