Alimentazione: 713 milioni di persone in povertà alimentare
Le stime di HungerMap del World Food Program mostrano una situazione preoccupante
Circa 713 milioni di persone in 88 Paesi non hanno un consumo alimentare sufficiente e il sistema umanitario fatica a tenere il passo con i bisogni. Sono le stime di HungerMap del World Food Program che tiene traccia, quasi in tempo reale, della fame acuta che viene misurata mediante indicatori chiave quali il consumo alimentare delle famiglie, mezzi di sussistenza, stato nutrizionale dei bambini, mortalità, accesso all’acqua pulita e altri fattori contestuali.
Numeri che fanno riflettere soprattutto in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, celebrata ogni anno in tutto il mondo il 16 ottobre. La Giornata mondiale dell’alimentazione ricorda l’anniversario della data di fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), istituita a Québec il 16 ottobre 1945, e intende mobilitare un’azione globale per la trasformazione dei sistemi agroalimentari.
Celebrato in oltre 150 paesi, l’evento è un’occasione per far convergere governi, imprese, organizzazioni della società civile e la popolazione in generale verso iniziative di lotta contro la fame e per aumentare la consapevolezza del profondo impatto che una gestione responsabile delle risorse idriche può avere sui nostri sistemi agroalimentari.
Il tema del 2023 è “L’acqua è vita, l’acqua è cibo. Non lasciare indietro nessuno”: 2,4 miliardi di persone vivono in paesi soggetti a stress idrico e altri 600 milioni di persone sono costrette a fare affidamento su sistemi alimentari acquatici compromessi dall’inquinamento, dal degrado degli ecosistemi e dagli effetti dei cambiamenti climatici.
La sede centrale della FAO a Roma accoglierà leader mondiali, esperti, personalità pubbliche, rappresentanti delle istituzioni finanziarie internazionali e del settore privato e attivisti appartenenti ad associazioni giovanili e indigene per lavorare per un futuro sostenibile con due iniziative fondamentali: la Giornata mondiale dell’alimentazione e il Forum mondiale dell’alimentazione (FMA).
Una cerimonia di alto livello presieduta dal direttore generale della FAO, QU Dongyu, inaugurerà una settimana di eventi, forum per il dialogo e laboratori dedicati ai giovani, alla scienza e all’innovazione, nonché agli investimenti presso l’FMA. Circa 500 le attività, tra cui vari tipi di esposizioni, spettacoli con droni e l’illuminazione di monumenti iconici, in 150 nazioni con lo scopo di sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica.
Quasi cinquanta anni fa, nel 1974, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura cominciò a pubblicare con regolarità rapporti e relazioni sull’entità della cosiddetta fame nel mondo. Da allora la situazione è cambiata molto: si consideri che nel 1974, secondo le stime della Population Division del Department of Economic and Social Affairs della Nazioni Unite (UN-DESA), la popolazione mondiale era stimata pari a 4 miliardi di persone, oggi è esattamente il doppio.
La popolazione cresce costantemente, soprattutto nel Sud del mondo, ed è sempre più urbanizzata. Allo stesso tempo, si registrano preoccupanti tendenze globali alla malnutrizione, persistendo forme molto gravi e diffuse di denutrizione, cui si è aggiunto negli ultimi decenni un rapido aumento del sovrappeso e dell’obesità.
A causa del rapido incremento della domanda di alimenti a livello mondiale, diretta conseguenza dell’aumento demografico e dell’aumento del reddito disponibile, si stima che la produzione alimentare dovrà più che raddoppiare da qui al 2050. Va da sé che l’obiettivo “Zero Hunger” (Fame zero), il numero 2 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG) “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile”, a fronte della dimensione strutturale della sfida da fronteggiare comprenda anche un sotto-obiettivo relativo alla qualità dell’alimentazione, prefiggendosi di sradicare la malnutrizione in tutte le sue forme, e un obiettivo di trasformazione economica volto ad aumentare la produttività agricola e del reddito dei piccoli agricoltori garantendo un modello di agricoltura sostenibile.
In Italia ci sono sei milioni di persone in una condizione di povertà alimentare, il 12% dei residenti con almeno 16 anni di età. Lo rivela il quarto rapporto sulla povertà alimentare di ActionAid, realizzato in collaborazione con Percorsi di Secondo Welfare.
Fra il 2019 e il 2021, nonostante la pandemia, l’andamento degli indici di deprivazione alimentare materiale e sociale è stato sostanzialmente stabile e in diminuzione. La possibile ragione è da ricercare nelle misure ordinarie e straordinarie di sostegno al reddito che almeno in parte hanno mitigato l’impatto della crisi e impedito un aumento della povertà alimentare. La deprivazione alimentare materiale o sociale – misurata come l’impossibilità di fare un pasto completo almeno una volta ogni due giorni e con l’impossibilità di uscire con amici o parenti per mangiare o bere qualcosa almeno una volta al mese – risulta più diffusa fra i disoccupati (28,3%), le persone inabili al lavoro (22,3%), coloro con istruzione uguale o inferiore alla licenza media (17,4%), giovani tra i 19 e i 35 anni (12,3%) e adulti tra i 50 e i 64 anni di età (12,7%), stranieri (23,1%), chi vive in una casa in affitto (22,6%) e le persone che vivono nelle aree metropolitane (13,3%). Sono le famiglie monogenitoriali (16,7%) e quelle con 5 o più membri (16,4%) a registrare i tassi più elevati.
Secondo quanto reso noto dal Ministero delle Politiche sociali e del lavoro, il numero di chi riceve aiuti Fead (Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti) sotto forma di generi di prima necessità è cresciuto notevolmente negli ultimi anni passando dai 2,1 milioni nel 2019 a quasi 3 milioni nel 2021, e registrando un lieve calo nel 2022, per un totale di oltre 2,8 milioni di persone.
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