Oltre 1 miliardo di danni da insetti alieni
La Coldiretti denuncia insetti killer per la nostra agricoltura: dalla cimice asiatica al moscerino killer
Salgono a oltre un miliardo i danni causati dall’invasione di insetti e organismi alieni arrivati nelle campagne italiane soprattutto con le piante ed i semi dall’estero nell’ultimo triennio con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. Questo emerge dal documento finale degli Stati generali dei florovivaisti italiani promosso dalla Coldiretti a Giarre (Catania) con la presentazione al Governo delle richieste dei produttori per difendere il patrimonio verde Made in Italy in riferimento al vertice sul clima della Cop 26 a Glasgow.
Dai controlli alle frontiere all’etichetta Made in Italy dei fiori, dal potenziamento del bonus verde alle risorse per la ricerca, dalle innovazioni legislativi sui professionisti del verde agli investimenti sulla forestazione urbana nell’ambito del Pnrr sono solo alcuni dei punti toccati dal documento dei florovivaisti italiani di Coldiretti.
“Sarebbe necessario limitare l’ingresso di organismi nocivi nel nostro Paese, specializzando i punti d’ingresso della merce e aumentando i controlli alle dogane” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “deve essere aumentato il numero degli ispettori fitosanitari sul territorio per velocizzare il disbrigo delle pratiche necessarie per far viaggiare piante e fiori, sia sul mercato nazionale che internazionale”.
Basti pensare – evidenzia la Coldiretti - al batterio della Xylella che arrivato con essenze importate dall’America Latina ha devastato gli oliveti del Salento in Puglia oppure la Cimice asiatica che danneggia i frutteti italiani come la Drosophila suzukii il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che attacca ciliegie, mirtilli e uva da Nord a Sud della penisola.
Sul mercato italiano è poi in atto - spiega il documento dei florovivaisti - un’invasione di fiore recisi che arrivano da Paesi del Centro Sud America come Ecuador e Colombia, dall’Africa come Kenya e Sudafrica e da Israele, e da Stati dove l’impiego della manodopera e l’utilizzo di fitofarmaci, non segue le norme che vengono applicate in Italia. "Per questo – evidenzia Prandini – bisogna tutelare le produzioni italiane con un marchio di origine Made in Italy riconosciuto, creare un fondo da destinare alla promozione e incentivare l’acquisto del prodotto italiano nella grande distribuzione" riservando un credito d’imposta a chi acquista prodotto italiano “certificato”.
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