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Il nuovo patto tra Ue e Balcani in nome dei migranti

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A Tirana summit dei leader europei: più investimenti e solidarietà, focus su migranti. Meloni in Albania per primo vertice nella regione

Pieno sostegno alla prospettiva di adesione dei sei Paesi dei Balcani occidentali all'Ue, accelerazione del processo di integrazione, investimenti per dimostrare la "solidarietà" di Bruxelles e più cooperazione sui flussi migratori. I leader dei 27 - per l'Italia ci sarà Giorgia Meloni - si riuniscono domani a Tirana con i colleghi di Albania, Serbia, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Bosnia Erzegovina per riconfermare il "partenariato strategico" tra l'Ue e i Balcani occidentali. L'Italia considera l'integrazione della regione una scelta strategica e di interesse nazionale, un investimento nella stabilità dell'area, questo il messaggio del presidente del Consiglio.

E' la prima volta che il summit si tiene in uno dei Paesi della regione (lo scorso anno si è tenuto a Brdo, in Slovenia) "segnale dell'importanza" che si vuole dare sempre di più alla cooperazione con quest'area, e "ancora più chiaro in questa fase" segnata dalla guerra in Ucraina, con le conseguenze che ha anche in questa parte dell'Europa, dall'energia ai migranti, sottolineano fonti diplomatiche.

L'inizio del summit - preceduto dalla firma di un accordo sul roaming per la riduzione delle tariffe - è previsto per le 11: ci sarà una sessione plenaria, alla quale saranno presenti anche rappresentanti della Banca europea degli investimenti, della Banca europea di ricostruzione e sviluppo e della Banca mondiale. E poi una sessione espressamente dedicata alle conseguenze della guerra russa in Ucraina. "Davanti a questa sfida comune e per dimostrare il sostegno" dell'Europa alla regione, in alcuni casi stretta tra influenza e pressioni russe, Bruxelles ha messo sul piatto "un pacchetto di sostegno energetico del valore di un miliardo di euro, che dovrebbe consentire di mobilitare 2,5 miliardi in investimenti pubblici e privati", spiegano le fonti.

Quindi ci sarà la colazione di lavoro dei leader, durante la quale si parlerà delle questioni più politiche, come la sicurezza e la cooperazione nella gestione dei flussi migratori, prima della conferenza stampa finale con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il premier albanese Edi Rama. I flussi attraverso la rotta balcanica sono in aumento rispetto allo scorso anno e il vertice, si fa sapere, dovrebbe essere un'occasione per fare il punto sui progetti di cooperazione in questo ambito e sulle misure prese dai Paesi balcanici per arginare i flussi. Si parlerà anche di cybersicurezza, dopo gli attacchi dei mesi scorsi al Montenegro.

Nella bozza di dichiarazione finale che sarà approvata al termine del summit si legge tra l'altro che i leader Ue "esprimono pieno sostegno alla prospettiva di adesione dei sei Paesi dei Balcani occidentali (per Serbia, Montenegro, Albania e Macedonia del Nord i negoziati sono già iniziati, per la Bosnia la Commissione ha raccomandato lo status di Paese candidato, più indietro il Kosovo, anche perché alcuni Paesi europei non ne hanno mai riconosciuto l'indipendenza) e chiedono un'accelerazione del processo di adesione".

Fonti diplomatiche di un Paese dei Balcani hanno sottolineato che questa volta non c'è stato disaccordo tra i 27 sulla possibilità di includere la piena adesione come obiettivo finale per i Balcani nella bozza di dichiarazione: "Alla luce della nuova situazione geopolitica in Europa, i Paesi membri hanno capito che è necessario dare un messaggio chiaro alla regione, soprattutto dopo aver concesso lo status di candidato a Ucraina e Moldova".

Nel primo paragrafo della bozza si legge infatti che "l'escalation dell'aggressione russa contro l'Ucraina mette in discussione la pace, la sicurezza europea e globale e sottolinea l'importanza del partenariato strategico tra l'Ue e i Balcani occidentali". E ancora, si accusa la Russia di essere "l'unica responsabile dell'attuale crisi energetica ed economica", assicurando che l'Ue continuerà a sostenere la regione.

A Tirana ci sarà anche il presidente Aleksander Vucic, che nei giorni scorsi aveva annunciato il boicottaggio del vertice, dopo che il governo kosovaro aveva nominato un ministro per le Comunità che non proviene, come era sempre stato finora, dal partito serbo kosovaro vicino a Belgrado. Uno 'sgarbo' di Pristina seguito alle tensioni delle settimane scorse sulla questione delle targhe kosovare nell'ex provincia serba di cui Belgrado non ha mai riconosciuto l'indipendenza, risolta dopo le pressioni di Washington e Belgrado. "Non ne sono sicuro, ma sicuramente ci sarà qualche beneficio, o spero che ci sia qualche beneficio dal mio andare a Tirana", ha detto.

Nella capitale albanese, intanto, domani sono previste proteste, dopo l'appello del leader del Partito democratico di opposizione, Sali Berisha, che ha invitato a scendere in piazza per mostrare all'Ue che "l'uomo che rappresenta l'Albania (il premier Edi Rama) è al potere solo perché le elezioni non sono state libere".

 

 

 

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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