Se riprendete siete complici di omicidio
Non è solo essere indifferenti mentre si riprende con un telefonino: si è parte attiva
Quando si assiste a un episodio fortemente violento dove la vita umana è in pericolo si interviene. Per paura magari si va via, si fugge. Ma non si resta lì spettatori attivi filmando, per poi postare e far rimbalzare sui propri profili e così contare a fine giornata quanti like e condivisioni hai totalizzato. In questo caso si è ancora più vigliacchi, perché si è complici di quell'assassinio.
La morte di Alika, l'ambulante nigeriano ammazzato a mani nude a Civitanova Marche da un furioso omicida (è operaio ma poteva essere anche avvocato, è italiano ma poteva essere anche austriaco), è una chiara testimonianza che il tempo e le tragedie non insegnano nulla.
A chi riprendeva con i propri smarphone provo solo pena per la loro povertà di cuore e intellettiva, per la loro vigliaccheria, costretti da ora in poi a convivere con questo rimorso che li divorerà per non essere intervenuti. Mi fa pena anche una certa stampa e una certa politica, però, che in tempi di campagna elettorale provano a strumentalizzare il tragico fatto. E così si comincia a chiedersi chi sia questo operaio di 32 anni, Filippo Claudio Ferlazzo, quali siano i suoi trascorsi da codice penale, se ha tessere di partito, se ha amici... Andiamo oltre, signori: indaghiamo anche sui signori che hanno ripreso, su quali sono le loro abitudini, i loro trascorsi, i loro obiettivi. Perché? Perché oltre che incappare nel reato di omissione di soccorso dovrebbero risultare complici, avendo filmato in diretta la morte di una persona sono state parte attiva di un omicidio. Non so se questa cosa mi fa più rabbia o pena.
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