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Sul ponte di Messina è guerra tra Anac e Mit

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Dopo le perplessità espresse dall'Anac va in contrattacco il governo, che subisce il ritorno dell'Anac: "hanno ripristinato un contratto vecchio di dieci anni"

''Sono totalmente infondate le preoccupazioni dell’Anac a proposito del Ponte sullo Stretto, come lo erano quelle sul nuovo codice degli appalti''. Lo scrive il Mit in una nota. Non solo perché verrà nominato un responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza, ma anche perché le garanzie a tutela della legalità e del corretto utilizzo dei fondi pubblici sono salvaguardate dalle norme generali del nostro ordinamento nonché dal codice degli appalti'' che ''prevede precise responsabilità e sanzioni'', afferma il ministero.

In particolare, il Mit rammenta che, ''come prima di ogni cantiere rilevante, in accordo con il Viminale sarà sottoscritto il protocollo legalità che garantisce procedure di controllo ancora più efficaci''. Infine per il ministero ''è doveroso ricordare che il Governo ha ripristinato un contratto frutto di una gara, gli oneri nei confronti del contraente generale sono già previsti dai vincoli derivanti dalla normativa euro-unitaria sui contratti pubblici e che gli innalzamenti delle soglie per gli affidamenti diretti sono già in vigore da alcuni anni''.

Sul ponte di Messina "hanno ripristinato un contratto vecchio di dieci anni, la gara vecchia di dieci anni, è chiaro che dieci anni dopo le condizioni sono cambiate". Lo dichiara a 'Radio Popolare' il presidente dell'Anac, Giuseppe Busia replicando al Mit che aveva criticato la relazione annuale dell'Anac resa nota.

"Si è ritenuto di considerare un progetto molto risalente come fosse il migliore del mondo anche prima di chiudere il contenzioso - dice Busia - Si è detto col nuovo codice si sono innalzate alcune soglie e oggi in particolare per servizi e forniture, per dare una consulenza o comprare un bene, fino a 140mila euro il dirigente o chiunque sia può affidare contratti notevoli direttamente senza alcuna gara e senza chiedere preventivi. Questo anche là dove non ci siano episodi corruttivi né nulla comporta che necessariamente l'affidamento avviene all'impresa più vicina, quella conosciuta e quindi si perde da un lato l'occasione di avere l'offerta migliore dall'altro le stesse imprese che magari esistono ma non conoscono il dirigente di turno non hanno la possibilità di accedere alle gare".

"Questo - conclude Busia - non è nell'interesse pubblico. Se c'è un'emergenza è giusto ricorrere e queste soglie erano state innalzate durante la pandemia assumendo il rischio. Quello che si può comprendere quando scoppia una pandemia non deve diventare la regola, quando c'è un urgenza ci sono già nel codice procedure per andare in deroga, quando invece c'è il tempo di guardare i preventivi, di mettere a confronto i preventivi".

1 anno fa
Foto: pixabay
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C

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