La parola d'ordine è vaccinare gli anziani
Gli infettivologi convinti che i booster bivalenti sono la priorità per anziani in vista dell'inverno
I nuovi vaccini anti-Omicron sono una priorità per gli anziani in vista dell'inverno. Questa la presa di posizione della Società italiana di malattie infettive e tropicali, mentre parte una nuova fase della campagna vaccinale contro Covid-19. "Si tratta di un vaccino bivalente, che riveste sia la funzione di booster per completare il ciclo vaccinale primario per chi non lo avesse ancora fatto, sia di offrire una maggiore protezione a chi abbia già ricevuto tre o quattro dosi", spiega Marco Falcone, segretario Simit e professore ordinario di Malattie infettive all'Università di Pisa.
"E' un vaccino aggiornato, proprio come avviene annualmente per l'influenza: con esso sarà possibile stimolare l'immunità contro le nuove varianti, soprattutto nei soggetti più a rischio. Per questo la nostra attenzione si rivolge soprattutto alla popolazione over 60, la più colpita da forme gravi della malattia nelle varie ondate che si sono susseguite", sottolinea.
Per Falcone, "è opportuno specificare che, pur costituendo un progresso, questo vaccino non è una soluzione definitiva, visto che il virus cambia continuamente e non si possono escludere nuove varianti. Come ormai è noto, il Covid è destinato a restare, ma sempre più come influenza e non come malattia grave. Nelle prossime settimane si partirà con la somministrazione, particolarmente raccomandata per over 60 e pazienti fragili. Una campagna vaccinale di massa si valuterà in base all'epidemiologia, ma oggi le condizioni sono molto differenti dal passato - ricorda l'esperto - visto che il virus ormai è endemico, senza dimenticare che esistono anche diversi farmaci".
Le esigenze poste dalla nuova fase della campagna vaccinale sono al centro del corso 'Vaccination of the elderly in Covid-19 times', promosso da Escmid (European Society of Clinical Microbiology And Infectious Diseases), Esgie (Escmid Study Group for Infections in the Elderly), Evasg (Escmid Vaccine Study Group), e patrocinato dalla Simit, organizzatore locale dell'evento, che si tiene a Venezia il 12 e il 13 settembre alla presenza di specialisti provenienti di diversi Paesi europei e da Israele.
"Questa iniziativa permetterà di analizzare tutti gli aspetti più rilevanti in merito alle vaccinazioni nell'anziano - commenta Marco Tinelli, coordinatore del corso Escmid e dirigente Simit - L'anziano è il paziente che percentualmente ha più rischi di contrarre l'infezione da Sars-CoV-2; con la vaccinazione riduce i rischi di ospedalizzazione e terapia intensiva. Per capire la gravità del fenomeno, basti pensare che a livello europeo nelle Rsa si sono verificati ben 800mila decessi, una cifra che oscilla tra il 30% e il 60% del totale. In vista di una possibile recrudescenza della circolazione del virus è importante un richiamo dell'immunità con i nuovi vaccini aggiornati - chiosa - mirata verso le nuove varianti del Covid, specialmente nella popolazione più anziana, spesso affetta da comorbidità come diabete, malattie cardiovascolari, broncopneumopatie".
"Questo corso rappresenta un importante tassello nell'azione della Simit, che vuole incoraggiare la ricerca, il confronto e l'approfondimento attraverso un approccio internazionale e un ampio coinvolgimento di giovani specialisti e specializzandi", evidenzia Claudio Mastroianni, presidente Simit. L'iniziativa Escmid sarà anche l'occasione per presentare i dati di uno studio di prossima pubblicazione su 'Clinical Microbiology and Infection', rivista ufficiale Escmid, realizzato da diversi centri di malattie infettive italiani - Modena, Pisa, Milano San Raffaele - e stranieri. "Lo studio Flamincov permetterà di accedere intuitivamente alla stratificazione del rischio - conclude Falcone - Grazie a una serie di indicatori riscontrabili anche in pronto soccorso sarà possibile classificare con un punteggio, indipendentemente dall'età, gli anziani che abbiano bisogno di essere ricoverati in terapia intensiva e di ricevere determinate cure. Lo studio ha analizzato 3.500 pazienti anziani, calcolando con un approccio molto pratico, con pochi parametri, i rischi di aggravamento di ciascun paziente".
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