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Quando l'architettura si fonde con l'ambiente

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Come l'architettura sostenibile, bioclimatica e il green building oggi si inseriscono nella nostra società

In questi ultimi tempi l'attenzione si sta spostando inevitabilmente sulla necessità di rendere meno impattante possibile il nostro agire sul già sfruttato e maltrattato habitat naturale in cui abbiamo costruito finora.

Quello che più ampiamente può essere gestito dal MiTE nella persona del ministro Cingolani, proponendo la valorizzazione dell'ambiente, del territorio e dell'ecosistema, sull'impatto territoriale e costruttivo invece vediamo come vengano sempre più richieste per intervenire discipline come l'Architettura Bioclimatica, l'Architettura Sostenibile, l'Arcologia (Architetttura Ecologica o Bioarchitettura) e il Green Building (Tecnologia appropriata).

Ma non tutti sanno che a capo di queste “nuove” discipline c'è quella che a inizio Novecento venne definita Architettura Organica e che può dirsi appunto “madre” di tutte le architetture che tendono all'armonia tra uomo-tecnologia-natura.

Si sviluppò in risposta all’urbanizzazione, che metteva invece al centro il rapporto uomo-abitazione e si pose come alternativa ai dogmi ortodossi del Funzionalismo moderno, seguendo una linea di ricerca originale senza seguire schemi geometrici preordinati ma libera di connaturarsi alla natura stessa.

Nell’architettura organica si crea un focus sull’impatto che l’uomo e la sua abitazione hanno sulla natura e quello che la natura ha su di essi, il rapporto tra le due matrici deve essere quindi equilibrato.

 

La massima espressione di questa scienza la raggiunge nelle sue opere l'architetto Frank Lloyd Wright, che possiamo definirne il fondatore e che parlò di architettura organica per la prima volta nel 1908 e nel 1914 per Architectural Record, per poi realizzare il libro Organic Architecture, del 1939.

 

L’Organicismo si basa su sei principi fondamentali, elencati da Frank Lloyd Wright in un articolo pubblicato su Architectural Record.

 

Il primo principio è quello della semplicità: gli elementi superflui vanno eliminati. Nelle architetture questo si è rispecchiato nella creazione di edifici a pianta aperta, che negano il concetto di stanza come luogo chiuso eliminando le pareti divisorie all’interno.

 

Il secondo è quello della molteplicità di stili: ogni edificio deve avere caratteristiche diverse, esattamente come sono diverse tra loro le persone che andranno a abitarli.

 

Il terzo principio riguarda il rapporto di armonia tra l’edificio e l’ambiente circostante.

La costruzione deve sembrare generata dal terreno su cui si poggia, sia all’esterno che all’interno. Una caratteristica del design organico è la presenza di elementi naturali del luogo all’interno dell’abitazione, come nel caso della Casa sulla Cascata di Wright, nel cui soggiorno è presente uno sperone roccioso.

 

Il quarto si basa sull’armonia dei colori. Sia per l’interno che per l’esterno sono da scegliere colori che richiamano l’ambiente circostante, o almeno che siano in armonia con esso.

 

Il quinto prevede la valorizzazione dei materiali nella loro essenza naturale.

È necessario anche evitare l’utilizzo di diversi prodotti, usando preferibilmente un unico materiale.

 

Infine il sesto principio è più spirituale e si lega all’integrità dell’architettura, che deve somigliare all’essere umano nelle sue virtù per durare nel tempo e non assoggettarsi alle mode del momento.

 

Il suo successore diretto fu Bruce Goff, che realizzò la Adah Robinson House, ma architettura organica è anche quella di architetti del calibro di Richard Neutra e Alvar Aalto.

 

L’architettura organica in Italia è arrivata nel secondo dopoguerra grazie a Bruno Zevi, che ha fondato l’Associazione per l’Architettura Organica a Roma con Luigi Piccinato, Mario Ridolfi e Pier Luigi Nervi.

Il design organico in Italia però non vanta particolari sviluppi.

Uno degli architetti organici da ricordare è Paolo Soleri, che negli anni Sessanta ha fondato negli USA l’Arcologia, dall’unione delle parole Architettura e Ecologia, un tipo di architettura che si propone come soluzione al sovrappopolamento delle città.

 

 

L’Architettura Organica contemporanea

 

I principi delle case realizzate da Wright sono gli stessi della Bioarchitettura che prevede la costruzione di case ecosostenibili e biocompatibili, per salvaguardare l’ambiente e il benessere dell'uomo. Questo è possibile attraverso l’utilizzo di fonti di energia sostenibili e tramite la creazione di realtà abitative flessibili, concepite per poter cambiare destinazione d’uso e da posizionare in luoghi significativi per chi le abita.

 

 

2 anni fa
Autore
Eleonora Zorzato, progettista d'interni, giardini ed habitat designer

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