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Annientare Hamas è uccidere la Palestina

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La storica figura del processo di pace israelo-palestinese Hanan Ashrawi passa in rassegna lo stato critico che attraversa la striscia di Gaza

"Hamas è un partito e un movimento, ha un braccio politico e uno militare. Ha istituzioni, organizzazioni e servizi sociali e tanto altro. Distruggere Hamas significa voler distruggere il 30-40% della popolazione palestinese, perché non è soltanto le qualche migliaia di combattenti e militanti che effettivamente esistono. Credo che ci sia una retorica esagerata, disperata al servizio dell'opinione pubblica". Così la storica figura del processo di pace israelo-palestinese Hanan Ashrawi, ospite a Otto e mezzo su La7, sugli accordi di pace israelo-palestinesi di cui fu protagonista negli anni '90 nella delegazione palestinese.

"Ci sono persone nel governo israeliano condannate dal tribunale israeliano e americano e sono comunque ministri. Non si può dire alle persone che se si resiste all'occupazione e si imbracciano le armi automaticamente sei un terrorista. - continua Ashrawi - In Israele ci sono persone non soltanto di estrema destra ma anche razziste, fasciste e violente che non vogliono e non riconoscono affatto la Palestina. Utilizzano ogni mezzo, violenza inclusa, per imporre una grande Israele sulla Palestina storica".

"In Palestina non ci sono state elezioni come ci sarebbero dovute essere. L'opinione pubblica non crede più alla soluzione dei due Stati; secondo i palestinesi Israele ha distrutto questa idea di pace, in questo momento non è fattibile. Per questo il programma dell'Olp si è indebolito e ha fallito" continua la figura del processo di pace israelo-palestinese Hanan Ashrawi.

"La soluzione dei due Stati non è fattibile se non si rimuovono gli insediamenti, non si garantisce libertà e diritti alla popolazione palestinese. Come è possibile arrivarci quando tutto il mondo continua guardare Israele distruggere la terra dei palestinesi?", aggiunge Ashrawi.

"C'è una cosa che fa arrabbiare molto Israele e l'Occidente: i palestinesi non si sentono sconfitti. Cercano di convincerci che lo siamo ma in realtà, nonostante la distruzione della nostra terra e l'assedio, non ci arrendiamo. Siamo attaccati alla nostra terra e non ce ne andremo, perché se ammetti la sconfitta allora hai perso. Quella che sta accadendo adesso è una soluzione di grande dolore e sofferenza, un genocidio e una pulizia etnica, tuttavia i palestinesi non si sono arresi". 

 

 

 

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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