Austria e Singapore: No vax sempre più con le spalle al muro
Gli esempi di Austria, dove è stato istituito il lockdown per i non vaccinati, e Singapore, dove questi devono pagarsi le cure mediche
La stretta sui vaccini si fa sempre più forte in vari paesi del mondo. L’Italia era stato uno di quelli che ha portato le misure più stringenti in questo senso, un passo sotto l’obbligo vaccinale, con buoni risultati dal punto di vista delle vaccinazioni.
Il trend estero, dopo un inizio meno stringente, è quello di seguire a ruota la strategia "autoritria" adottata dal governo di Mario Draghi, riproponendola in una forma più o meno dura.
Austria
In Austria è entrato in vigore il lockdown totale per tutte le persone che non sono vaccinate, che potranno comunque accedere al lavoro in possesso di un tampone negativo. Tuttavia, per quanto riguarda le attività di svago, ristoranti, teatri, eventi sportivi ecc, saranno ammessi solo vaccinati e guariti nei sei mesi precedenti.
La misura del governo di Schallenberg, che ha da poco sostituito Sebastian Kurz, ha fatto registrare un aumento sostanziale delle prenotazioni ai vaccini. I cittadini austriaci sono tornati a vedere lunghe code negli hub vaccinali. La percentuale di vaccinati con doppia dose nel paese centroeuropeo al 5 novembre era del 63,5%, ma si registra nel paese una triplicazione delle prenotazioni rispetto ai fine settimana precedenti.
Singapore
Nel frattempo, a Singapore il governo ha annunciato lo stop alle cure statali gratuite per chi non si è sottoposto alla vaccinazione per scelta propria.
Il Ministro della Salute Ong Ye Kung ha annunciato che la scelta come incentivo alle vaccinazioni, ovviamente escludendo dal provvedimento le persone impossibilitate ad immunizzarsi per motivi di salute. Un altro esempio di soluzione drastica e filo-autoritaria per eseguire l’ultimo importantissimo step della campagna vaccinale: a Singapore è immunizzato l’82,7% della popolazione, vale a dire circa 4 milioni e 700 mila persone.
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