19 milioni per transizione energetica nell'automotive
L’incentivo gestito da Invitalia favorisce la ripresa post-Covid delle grandi aziende
Oltre 19 milioni di euro per favorire la transizione energetica nel settore automotive. E' il prestito ottenuto, grazie al Fondo Gid (Grandi imprese in difficoltà), dall'azienda Landi Renzo, con sede principale a Reggio Emilia e filiali internazionali, attiva da oltre sessant’anni nel settore dei sistemi di alimentazione per autotrazione. L’azienda progetta, produce e commercializza sistemi ecocompatibili di alimentazione a Gpl e metano. Gestito da Invitalia e istituito dal ministero dello Sviluppo economico, il Fondo è destinato alle grandi imprese in difficoltà dopo la pandemia e mette a disposizione finanziamenti agevolati a 5 anni.
"Il Gruppo Landi Renzo - spiega l'ad Cristiano Musi - è un player operativo lungo tutta la filiera della transizione energetica, con focus sui sistemi di compressione di gas naturale, biometano e idrogeno, dal post-generation fino all'estrazione di rifornimento, e poi con focus su sistemi e componenti per i veicoli, per trasporto persone e per trasporto pesante, alimentati a gas naturale, biometano e idrogeno. Leader nel settore in cui è presente, ha avviato da poco un piano di trasformazione e di crescita".
L'investimento ha interessato tutte le unità produttive, le due di Cavriago (una di produzione e una di R&D), in provincia di Reggio Emilia, quella di Torino e quella di Vicenza. Riposizionamento di prodotto, efficientamento produttivo e commerciale e leva finanziaria sono gli obiettivi del piano di risanamento proposto, per far fronte alla crisi che l’intero settore automotive sta sperimentando anche a causa della mancanza di componenti elettroniche.
"L'intervento di Invitalia - afferma l'ad della Landi Renzo - è stato molto utile per finanziare il working capital del nostro Gruppo, che opera in un settore con tassi di crescita importanti. Il fatturato del primo trimestre di quest'anno è in crescita rispetto all'anno scorso, anche grazie a delle acquisizioni, peraltro in un contesto difficile per la materia prima e la consegna dei componenti elettronici. In questa fase, è necessario aumentare lo stock per garantire le consegne dei clienti, per cui aumenta il fabbisogno di working capital, di capitale circolante, e l'aiuto di Invitalia in questo senso è stato molto positivo. Ci ha consentito di finanziare, in maniera migliore rispetto all'accesso al debito classico bancario, il fabbisogno derivante dal working capital".
C'è, quindi, soddisfazione per l'esperienza con Invitalia. "Il rapporto con Invitalia è stato davvero positivo. Abbiamo trovato una controparte con professionisti proattivi, uno scambio molto costruttivo, per cui siamo molto soddisfatti di quello che abbiamo fatto", sottolinea Musi.
E in generale in questo settore la sinergia con il pubblico è fondamentale. "Per quanto riguarda il rapporto tra pubblico e privato, credo che ci siano grandi opportunità, soprattutto in un momento come questo di trasformazione del settore in cui il nostro Gruppo opera, ma in generale è un momento di grandi investimenti lato transizione energetica. Penso all'idrogeno, settore in cui il nostro Gruppo è molto attivo, sia sui sistemi di compressione sia sui componenti a bordo veicolo. E' importante, a mio avviso, che il pubblico favorisca un lavoro congiunto lungo la filiera. Noi lavoriamo già con diversi partner, che vanno da Iveco alle società che si occupano di oil&gas e di gas tecnici, ma, sicuramente, il pubblico può fare da facilitatore anche nello sviluppo di nuove tecnologie mettendo insieme i diversi attori con le proprie specializzazioni", conclude.
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