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Unindustria guarda al futuro delle province laziali

Azienda di produzione agricola

Le analisi dei dirigenti delle associazioni di categoria sui vari comparti industriali della regione Lazio

“La provincia di Frosinone ha una forte vocazione manifatturiera: questo ha permesso di reggere all'ondata del Covid, ma adesso c'è il rovescio della medaglia considerando che le aziende sono altamente energivore”. Lo dichiara Miriam Diurni, Presidente Unindustria Frosinone, in un’intervista a Ciociaria Oggi. Per Alessandro Di Venanzio, Presidente di Unindustria Rieti, intervistato dal Messaggero, “bisogna uscire in fretta da questa situazione, perché ormai sono mesi che le imprese reatine registrano rincari ovunque, dal carburante fino alle materie prime”.

Spiega Miriam Diurni: “E’ complicato dire quali sono i settori più esposti. In realtà tutti, ma quelli più colpiti sono sicuramente sono il chimico-farmaceutico, l'automotive, gomma e plastica, carta, ceramica, metalmeccanico, digitale, alberghiero, agroalimentare. Alcune aziende stanno valutando la cassa integrazione come strategia, qualcuno già lo ha fatto. Penso che altre seguiranno. In questo momento non abbiamo dati sulle prospettive di rischio, ma la guardia va tenuta altissima. Come stiamo facendo”. “Serve un intervento strutturale, non misure tampone o una tantum. Il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha richiesto alcuni interventi che sono prioritari: sganciare il prezzo dell'elettricità da quello del gas, perché ormai il 60% dell'elettricità non è prodotta da gas; mettere un tetto al prezzo del gas (anche solo a livello nazionale se non dovesse intervenire rapidamente l'Unione Europea); sospendere momentaneamente il mercato degli Ets (Sistema Europeo di Scambio di Quote di Emissione), il cui prezzo è quadruplicato in due anni.

“Ulteriori misure utili - prosegue Diurni - potrebbero essere: mettere in campo una Cassa Integrazione per l'Energia come fatto per la Cassa Integrazione Covid (proposta innovativa che sta ricevendo molti riscontri positivi); conferma dei crediti di imposta; azzeramento degli oneri di sistema; aiuti alle famiglie; instaurare moratorie selettive per sostenere i settori più in difficoltà ed evitare possibili fallimenti; creare un piano organico di razionamenti che non riguardi solo le imprese. A livello regionale bisognerebbe varare un piano sull'energia, accelerare sulle semplificazioni, utilizzare al meglio i fondi europei, promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili. Siamo preoccupati. Da tempo Confindustria lancia l'allarme, il problema del caro energia e dell'aumento delle materie prime è emerso già prima della guerra in Ucraina”.

Per Alessandro Di Venanzi “a Rieti l’'impatto c'è, ma non è devastante come sta avvenendo per altre tipologie di aziende. È chiaro che le aziende maggiormente energivore abbiano registrato degli impatti più forti con l'energia elettrica: molte altre ne hanno invece risentito meno, grazie agli impianti fotovoltaici che sono riusciti a contenere gli aumenti. Stiamo gestendo al meglio che possiamo i rincari, ma in questo momento le nostre aziende non sono fortunatamente in condizioni di dover lanciare allarmi, come invece sta accadendo per le fonderie o per chi utilizza grandi forni nel campo delle ceramiche. Tuttavia, anche se da ormai due settimane si parla soltanto dei rincari energetici. non dobbiamo dimenticare quelli che negli ultimi mesi hanno subito sia il carburante che le materie prime. Ad essere aumentati sono infatti tutti i materiali: soltanto per carta e cartone si paria del 30-40% in più e iniziano ad esserci problemi anche per i bancali di legno, perché la maggior parte è acquistata in Russia e Ucraina”.

“Le aziende hanno ordini in pancia, la ripresa c'è ed è stata molto forte nel primo semestre: dovrebbe essere altrettanto accettabile nel secondo, ma se a questo aggiungiamo tutti i restanti aumenti, oltre alle materie che ancora oggi non riusciamo a ottenere, allora siamo in tunnel dal quale dobbiamo sperare di uscire il prima possibile. Servono moratorie selettive per chi è in crisi, come ad esempio la cassa integrazione per le aziende che la richiedono: chiediamo inoltre di confermare i crediti d'imposta per l'azzeramento degli oneri di sistema e auspichiamo il blocco del prezzo del gas. Speriamo che l'attuale governo possa già fornire delle risposte iniziali, prima che la situazione diventi esplosiva, considerato che peggiora di giorno in giorno. Bisogna inoltre diventare maggiormente ecosostenibili e lavorare in direzione di uno snellimento della burocrazia per favorire l'installazione di impianti per il risparmio energetico”, conclude Di Venanzi.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Giada Giacometti

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