I bambini e l'eutanasia: rimedi e soluzioni

"Anche nelle condizioni più gravi ci sono alternative all’eutanasia dei bambini gravemente malati". Così Mario De Curtis, pediatria dell'Università Sapienza di Roma e presidente Comitato per la bioetica della Società italiana di pediatria (Sip), commenta la scelta del governo olandese di estendere il protocollo dell'eutanasia a tutti i bambini affetti da malattie incurabili. "Il Consiglio dei ministri olandese ha deciso di rendere possibile l'eutanasia per i bambini gravemente malati che hanno esaurito le opzioni di cura - spiega De Curtis - Il protocollo, valido finora solo per i neonati, verrà ora esteso per coprire anche i bambini di età inferiore ai 12 anni che soffrono in modo insopportabile e per i quali le opzioni di cure palliative non sono sufficienti ad alleviare i sintomi".

L’introduzione dell’eutanasia "ha il rischio di un 'pendio scivoloso' che potrebbe condurre la società a considerare tutti i pazienti ed anche i minori inguaribili e sofferenti come persone non degne di essere curate e assistite", osserva.

"L'eutanasia, secondo la definizione oggi prevalente, consiste nella somministrazione di farmaci che ha come scopo quello di provocare, con il consenso del paziente, la sua morte immediata. Oggi abbiamo validi strumenti alternativi all’eutanasia per alleviare il dolore dei bambini - ricorda il presidente del Comitato per la Bioetica della Sip - Esistono, infatti, le cure palliative pediatriche riconosciute per legge nel nostro Paese. Anche i minori hanno il diritto di accedere a cure palliative specifiche per la loro età, finalizzate a prevenire o controllare ogni forma di sofferenza fisica, psicologica ed emozionale. Nelle situazioni più critiche si può arrivare alla stessa sedazione profonda che è un atto terapeutico che ha come finalità per il paziente, alla fine della vita, quella di alleviare o eliminare lo stress e la sofferenza attraverso il controllo dei sintomi refrattari".