Per il caro bollette servono 30 miliardi
Il Centro studi di Mio Italia ha stimato la necessità di mettere in campo 30 miliardi. E serve uno scostamento di bilancio. Intanto la soluzione è il biometano
Contro il caro bollette "il Centro studi di Mio Italia ha stimato la necessità di mettere in campo 30 miliardi di euro. E per fare questo serve uno scostamento di bilancio. Il governo lo sa, non può non avere queste cifre". E' quanto stima il Movimento Imprese Ospitalità.
"Siamo in piena pandemia economica, il Governo non può negare l’evidenza dei fallimenti, dei locali vuoti, del caro-bollette, degli indicatori che certificano tutto ciò e agire di conseguenza. Il governo non può tentennare come sta facendo dalla fine dell’estate. Lo stanziamento annunciato di circa cinque miliardi non servirà a nulla, nemmeno a prolungare l’agonia di chi sta per fallire", commenta Paolo Bianchini, presidente dell’associazione. "Del resto, se siamo arrivati a questo punto, la responsabilità non è solo del covid, ma soprattutto di scelte politiche miopi e suicide nei confronti del Paese reale. In un’azienda il responsabile di tale debacle sarebbe accompagnato alla porta e nemmeno tanto gentilmente. Nell’azienda Italia, invece, i responsabili continuano a fare danni, mentre le piccole imprese affogano sotto il peso di bollette aumentate anche del 500%, del fisco-vampiro e del fatturato diminuito del 55% e più".
"Servono 30 miliardi di euro. Sono tanti, certo, ma questa è la cifra corretta. Tutto il resto sono chiacchiere, fumo negli occhi. Lo sa bene l’Italia che produce, umiliata ogni giorno dall’Italia dei palazzi", ha concluso Bianchini.
"La rotta da seguire contro il caro energia è una molteplicità di interventi che permettono di ridurre la dipendenza dell'Europa dalle importazioni di gas. E la strada, che aiuta anche a risolvere gran parte dei problemi collegati alla catena dei rifiuti, è quella che porta al biometano" così dice Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas, intervistato dal 'Sole24Ore'.
Si tratta, ricorda, di "una soluzione tecnologica consolidata già disponibile e per la quale la Commissione europea ha stimato un potenziale compreso tra 1.150 e 1.422 terawattora l'anno, pari al 25-30% dell'attuale consumo di gas del Vecchio Continente". In Francia, spiega Gallo, "si sta investendo molto sul biometano. Basti pensare che Grdf (Gaz Réseau Distribution France), il principale distributore di gas transalpino, vanta già 315 impianti collegati alla sua rete e ci sono 1.180 progetti in autorizzazione. E questo grazie alla spinta notevole garantita dal governo che ha favorito lo sviluppo di una diffusa competenza a gestire le immissioni di biometano nella rete".
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