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Wwf: rispettate gli animali, niente botti

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Appello del Wwf per l'ultimo giorno dell'anno: chiamati in causa i sindaci per evitare spettacoli pirotecnici rumorosi

Come ogni anno il Wwf lancia un accorato appello per evitare l’uso dei fuochi pirotecnici la notte di San Silvestro, per "privilegiare la sicurezza e dare un chiaro segnale di attenzione verso la Natura e per il difficile periodo legato all’emergenza Covid-19 che stiamo attraversando". Il Wwf invita "i sindaci ad intervenire per vietare l’uso di quei prodotti che, per dimensioni, entità del rumore e gittata rappresentano un grave rischio e disturbo non solo per l’uomo ma anche per gli animali domestici e selvatici, tra cui tanti uccelli".

"La nostra presenza sul Pianeta è già abbastanza invasiva, evitiamo l’accensione ed i lanci di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, lo scoppio di mortaretti, razzi ed altri artifici pirotecnici che, oltre a traumatizzare e spesso provocare il ferimento o la morte di molti animali selvatici e domestici, avvelenano ancor di più l'aria delle nostre città con ulteriori sostanze chimiche", è l'appello di Fulco Pratesi, presidente onorario Wwf Italia.

I fuochi artificiali sono causa di un grave inquinamento, non solo acustico ma anche atmosferico, a causa delle emissioni di particolato fine e composti altamente pericolosi, tra cui metalli e perclorato d'ammonio. A seconda della composizione delle polveri, possono essere emessi metalli pesanti ed elementi pericolosi quali antimonio, bario, arsenico e altri con valori non trascurabili. E’ dimostrato come la notte di Capodanno si registri un inquinamento dell’aria, con particolare riferimento alle polveri sottili, superiore alle peggiori giornate di traffico veicolare. Il danno è amplificato dalla simultaneità dell’evento, quando l’intero territorio è 'bersagliato' da esplosioni pirotecniche. Infine, va considerata l’enorme quantità di rifiuti generati dai fuochi, soprattutto per quelli detonati in mare. L’alluminio, a contatto con l’acqua salata del mare, può modificarsi e rilasciare sostanze nocive. Per non parlare della plastica e dei suoi frammenti che, sia a terra sia a mare, costituisce un vero pericolo per la biodiversità.

Si stima che ogni anno in Italia almeno 5.000 animali muoiano a causa dei botti di fine anno. Di questi circa l’80% sono animali selvatici, soprattutto uccelli, anche rapaci, che spaventati perdono il senso dell’orientamento e fuggono istintivamente rischiando di colpire un ostacolo a causa della scarsa visibilità. Altri abbandonano il loro dormitorio invernale (alberi, siepi o tetti), vagano al buio alla cieca e non trovando altro rifugio muoiono per il freddo a causa dell’improvviso dispendio energetico a cui sono costretti in una stagione caratterizzata dalla scarsità di cibo che ne riduce l’autonomia.

Nei gatti, e soprattutto nei cani, il botto crea stress e spavento, fino a indurli a fuggire dal rumore. Ciò è dovuto in particolare alla loro soglia uditiva infinitamente più sensibile di quella umana. Negli animali d'allevamento come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare l’aborto da trauma da spavento.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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