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La Catalogna in bilico: non c'è maggioranza

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Alla tornata elettorale regionale vincono i socialisti e vengono sconfitti i separatisti ma tutto resta nell'incertezza

Con il procedere dello scrutinio in Catalogna si allontana la possibilità dei partiti separatisti di mantenere la maggioranza nel parlamento regionale, dopo un voto destinato ad aprire la strada a un nuovo periodo di rapporti difficili fra Barcellona e Madrid. Infatti le proiezioni della tv statale RTVE danno come formazione più votata il Partito Socialista della Catalogna (PSC), guidato da Salvador Illa, che dovrebbe ottenere 42 seggi guadagnandone 9, ma restando lontano dalla maggioranza assoluta di 68 deputati sui 135 del Parlamento catalano.

Alle spalle dei socialisti gli indipendentisti di Junts con 35 seggi (+3), davanti alla sinistra repubblicana separatista della Catalogna (ERC) guidata dall'ex presidente regionale Pere Aragonès con 20 seggi. Sono 15 i seggi che le stime attribuiscono al Partito Popolare mentre la destra di Vox è accreditata di 11 deputati. A rafforzare il fronte indipendentista la Candidatura di Unità Popolare di sinistra (CUP), accreditata di 4 seggi e l’Alleanza Catalana con due. Il totale - non definitivo - è di 62 deputati indipendentisti contro i 73 di cui godevano nella precedente assemblea.

In ogni caso i negoziati per formare il governo regionale catalano si preannunciano complicati, visto che alla guida di Junts c'è Carles Puigdemont ancora bloccato in esilio e formalmente ricercato dalla magistratura spagnola con un mandato d'arresto in relazione al fallito primo tentativo di secessione nel 2017 sotto la sua guida. Il mandato contro Puigdemont potrà essere revocato solo una volta entrata in vigore l'amnistia concordata con il governo di Madrid, probabilmente a giugno.

Una mancata maggioranza indipendentista a Barcellona sarebbe un successo per Sánchez, che è stato pesantemente criticato nel resto del Paese per la sua posizione morbida nei confronti della Catalogna. Ma per il via libera al governo di Madrid i separatisti hanno comunque chiesto al governo centrale di approvare un referendum legale sull'indipendenza della regione.

In Spagna è ancora vivo il ricordo del caos scoppiato nel 2017 quando la Catalogna ando' alle urne per un referendum sull’indipendenza e dalla successiva decisione di secedere dalla Spagna, dichiarata illegale da Madrid. Se Puigdemont è riuscito a fuggire all'estero con altri membri del governo, molti indipendentisti rimasti in Spagna sono stati condannati a pene detentive fino a 13 anni, ma in seguito sono stati graziati. Restano però le ferite sociali ed economiche visto che alla luce della dichiarazione di indipendenza numerose grandi aziende decisero di abbandonare Barcellona.

13 Maggio
Foto: pixabay
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