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L'Europa unita si dà appuntamento in Moldavia

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Oggi si riunisce la Comunità Politica Europea (Epc) si riunisce per la seconda volta dopo il summit di Praga dell'ottobre 2022

La Comunità Politica Europea (Epc) si riunisce per la seconda volta dopo il summit di Praga dell'ottobre 2022. Questa volta è stata scelta la Moldavia, Stato nato nel 1991 dall'implosione dell'Urss e che ha tuttora una parte del suo territorio occupato da militari russi, la Transnistria presa nel 1992 dalla XIV Armata del generale Alexander Lebed. "La Moldova è al cuore dell'Europa, la Moldova è l'Europa", ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, incontrando a Chisinau la presidente moldava Maia Sandu.

La guerra in corso in Ucraina occuperà un posto preminente nell'agenda del summit, iniziato nella tarda mattinata al castello Mimi, un palazzo in cemento armato in stile neoclassico fatto costruire agli inizi del Novecento da Costantin Mimi, nobile della Bessarabia che governò la regione nel 1917 sotto l'Impero russo e poi divenne governatore della banca centrale rumena, dopo l'assorbimento della Bessarabia da parte della Romania, avvenuta nel 1918 (dopo la Seconda Guerra Mondiale la Moldavia è poi diventata una repubblica socialista sovietica autonoma).

Il castello si trova nei pressi del villaggio di Bulboaca, nella Moldova Centrale, provincia di Anenii Noi, nel bacino del Dniestr (Nistru in romeno), a una cinquantina di km dalla capitale Chisinau e a un tiro di schioppo da Tiraspol, la 'capitale' della Transnistria. Il confine ucraino dista qualche decina di km, in linea d'aria. Mimi aveva studiato enologia a Montpellier: quando venne costruito, la sua villa vantava cantine capaci di stivare 300mila litri di vino in botti. Oggi il palazzo, ristrutturato, è un complesso che ospita un resort di lusso, un ristorante, una spa, sale per congressi e due camere per la degustazione di vini (la Moldavia ha una sviluppata viticoltura, fin dall'antichità: oggi produce 186 mln di bottiglie all’anno). Sono attesi una cinquantina di capi di Stato e di governo, per l'Italia Giorgia Meloni, e i vertici dell'Ue: in teoria i capi di Stato e di governo dovrebbero essere 47, ma si sa già che la Repubblica di San Marino, invitata insieme ad altri piccoli Paesi non presenti a Praga per essere il più "inclusivi" possibile, non ci sarà, ha informato un alto funzionario Ue. Russia e Bielorussia non sono state invitate.

Di fatto il summit dell'Epc è strutturato come una "piattaforma" per incontri bilaterali, trilaterali e simili per i leader europei, affinché possano incontrarsi, parlare tra di loro e lanciare messaggi politici. La Comunità Politica Europea (Epc) è nata nel 2022, dopo che l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin ha rimesso in cima all'agenda Ue i destini dello spazio che corre tra la Federazione Russa e l'Unione, dopo la fine della Guerra Fredda e l'implosione dell'Unione Sovietica. Ad idearla e proporla è stato il presidente francese Emmanuel Macron, che ha ripreso una vecchia idea di Francois Mitterrand. Il conflitto in Ucraina occuperà una grande parte dei lavori del summit, vista anche la vicinanza geografica.

Dopo i doorstep, inizieranno i lavori con una breve sessione inaugurale, seguita dalla foto di gruppo. Poi ci saranno tavoli tematici dedicati a tre temi: sicurezza, energia e connettività. In seguito, è previsto un pranzo di lavoro, cui faranno seguito incontri bilaterali e in altri formati tra i leader. Infine, nel tardo pomeriggio, la conferenza stampa. Per la Moldova, che è un Paese candidato all’adesione all’Ue dal giugno 2022, il summit è un avvenimento importante, il più grande evento internazionale mai ospitato nella storia del Paese. Per la presidente Maia Sandu, “il secondo incontro della Comunità Politica Europea è testimonianza di una crescente unità nel continente. Mentre l'Europa si riunisce a circa 20 km dal confine ucraino, l'evento è una risoluta riaffermazione della nostra incrollabile dedizione alla pace, una ferma condanna dell'invasione della Russia”, segnala la “continua solidarietà con l'Ucraina ed è una dimostrazione di sostegno alla Moldova".

Il governo moldavo considera il summit un passo importante verso l’adesione all’Ue, che sarebbe un ritorno all’Occidente per un Paese che nella sua lunga e tormentata storia è stato governato dall'Impero Romano e da quello Bizantino, a lungo vassallo, cristiano, dell’Impero Ottomano, annesso all’Impero russo degli zar e poi conquistato dalla Romania, per diventare una repubblica socialista sovietica autonoma dell’Urss (in ossequio ad un protocollo segreto del patto Molotov-Ribbentrop del 1939, con cui Hitler, in cambio del petrolio rumeno, lasciò a Stalin la Bessarabia) e conquistare l’indipendenza con l’implosione dell’Impero rosso, subendo l’amputazione, che dura tuttora, della Transnistria.

In Transnistria stazionano a tutt’oggi militari russi. Il che comporterebbe che l’Ue accoglierebbe nel suo perimetro un Paese in parte occupato dai russi, al pari dell’Ucraina. Il summit dell’Epc si tiene a circa 170 km da Odessa, in quello che Mosca considera il suo Estero vicino, mentre i suoi missili continuano a colpire gli ucraini, in lotta per voltare definitivamente le spalle alla Russia. Ursula von der Leyen stamani al Globsec di Bratislava ha invitato l'Europa a "cogliere l'attimo" per "forgiare un'Europa più unita", citando la Moldova, i Balcani Occidentali e l'Ucraina, ma anche la Georgia, che diede i natali a Stalin.

Un alto funzionario Ue ha previsto che a Mosca farà una certa "impressione" vedere 47 Paesi che si riuniscono in Moldova condannando la guerra spietata che Putin sta conducendo in Ucraina. Partecipa al summit anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alleata a Bruxelles del Pis polacco, ferocemente antirusso, e che ha mantenuto l’Italia saldamente sulla linea pro Kiev e atlantista scelta dal governo di Mario Draghi poco dopo l’invasione dell’Ucraina.

La posizione prevalente dell'Occidente sulla guerra e sulla possibile pace è stata riassunta ancora stamani da von der Leyen: un armistizio 'alla coreana', che congelasse la situazione sul terreno, non funzionerebbe, perché non consentirebbe a nessuno di investire in Ucraina per la ricostruzione, alla luce della persistente minaccia russa. Quindi, occorre una "pace giusta", che "non premi l'aggressore" e che sostenga "il diritto del popolo ucraino di essere padrone del proprio futuro". Non è chiaro quali siano i termini territoriali di questa pace giusta, ma la presidente ha detto che vale il principio "nulla sull'Ucraina senza l'Ucraina". Von der Leyen ha parlato di un accordo accompagnato da "garanzie" di sicurezza per Kiev a lungo termine: "L'importante è che alla fine ci sia chiarezza sul fatto che gli amici dell'Ucraina ci saranno, a lungo termine, per la sicurezza dell'Ucraina".

Al di là della guerra in Ucraina, l’Epc è per ora ancora poco più di un’occasione per incontri in vari formati, al massimo livello politico. Per Marta Mucznik, analista politica del think tank bruxellese Epc (European Policy Centre), la Comunità Politica Europea "ancora fatica a dimostrare il suo valore. Manca tuttora chiarezza sul suo scopo, sull'agenda, sui risultati che può produrre e sulla struttura, malgrado il consenso condiviso sul fatto che il suo successo derivi dalla sua natura priva di coreografia". Perché abbia successo, sottolinea, servono "seguiti più coerenti, maggiori investimenti e una direzione strategica più chiara".

Per Mucznik, i leader europei devono "evitare di recarsi a Granada, tra quattro mesi, e a Londra, tra un anno, con poco altro da vantare se non una rimpatriata informale che non riesce ad affrontare le sfide di una nuova era". Esiste una "contraddizione intrinseca tra i limitati investimenti" nella Epc e le "grandi ambizioni" che i leader europei nutrono per essa. Se Praga "ha mostrato il potenziale" dell'Epc, Chisinau "deve dimostrare che può anche produrre risultati".

Oltre alla guerra in Ucraina e alla sistemazione dello spazio che corre tra Russia e Unione Europea, ha spiegato un alto funzionario Ue, dal summit dell'Epc potrebbero emergere novità su altri temi, come le tensioni tra Armenia e Azerbaijan (entrambi i Paesi partecipano al summit), o gli scontri nel Kosovo settentrionale, anche se non ci sarà il premier kosovaro Albin Kurti, bensì la presidente Vjosa Osmani. Incerta fino all'ultimo, come sempre per ragioni di sicurezza, la presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. A Bulboaca potrebbero venire anche leader meno ostili a Vladimir Putin: la lista dei presenti non è stata ancora diffusa dal governo moldavo, ma la Turchia è stata invitata e il presidente Recep Tayyip Erdogan è rafforzato da un’ennesima vittoria alle urne. La Turchia è tuttora, formalmente, candidata ad entrare nell’Ue. Il dilemma del rapporto con l’Orso russo e del confine orientale dell’Unione (una ‘frontier’ mobile per Bruxelles, mentre Mosca combatte per fissare il più a ovest possibile un ‘border’, un confine fisso, per citare lo storico olandese Luuk van Middelaar), riproposto in tutta la sua rilevanza dalla guerra in Ucraina, si riaffaccia, irrisolto, a Bulboaca, a 170 km da Odessa, porto ucraino sul Mar Nero fondato nel 1794 per volere dell'imperatrice Caterina La Grande. Che era prussiana.

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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