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il Covid fa paura in Cina e gli italiani scettici sul vaccino

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Arriva l'ondata XBB, attesi 65 milioni di casi a settimana a fine giugno. Gli italiani hanno meno fiducia sull'efficacia degli antidoti

Una nuova ondata di Covid-19 è in corso in Cina, con un picco da circa 65 milioni di casi a settimana atteso a fine giugno secondo le previsioni di Zhong Nanshan, il principale esperto di malattie respiratorie del gigante asiatico, intervenuto a Guangzhou al Greater Bay Area Science Forum. Ad alimentare la nuova ondata di contagi - riporta il 'Globel Times' - sono le varianti XBB di Sars-CoV-2, diventate dominanti nel Paese. Mutanti contro cui la Cina ha approvato due nuovi vaccini prossimi alla commercializzazione e si appresta ad autorizzarne altri 3 o 4, ha riferito Zhong.

Per la National Health Commission le varianti XBB, ricombinanti di Omicron, mostrano una trasmissibilità e una fuga immunitaria superiori a Omicron, ma senza cambiamenti significativi in termini di patogenicità. L'ondata in corso non dovrebbe dunque produrre sugli ospedali cinesi gli effetti travolgenti visti lo scorso inverno dopo l'abbandono della politica Zero Covid. Wang Guangfa, esperto di malattie respiratorie del Peking University First Hospital, ha però sottolineato al Global Times l'importanza per le persone fragili di adottare opportune misure di prevenzione.

Cala la fiducia degli italiani nei vaccini: in un solo anno la percentuale di cittadini che li ritiene uno strumento sanitario sicuro ed efficace per contrastare le malattie infettive è passata dal 92% al 76%. Probabilmente un effetto della fine dell'emergenza pandemica e dei timori per i contagi da Covid, che avevano fatto riscoprire l'importanza di questo strumento. Sono alcuni dati della survey realizzata da The European House - Ambrosetti in collaborazione con Swg, presentata al Senato in una conferenza stampa promossa dalla senatrice Tilde Minasi (Lega) in collaborazione con Ambrosetti e il Ceis - Centre for Economic and International Studies dell'Università di Roma Tor Vergata, con il contributo non condizionante di Pfizer.

"Quest'anno - ha spiegato all'Adnkronos Salute a margine dell'incontro Rossana Bubbico, consulente dell'Area Healthcare di The European House Ambrosetti - abbiamo realizzato una seconda edizione della survey già realizzata lo scorso anno sullo stesso tema. E' emerso che il 76% dei cittadini italiani è d'accordo con l'affermazione che la vaccinazione è uno strumento efficace nel contrastare le malattie infettive. E' una percentuale elevata, perché parliamo di più di tre quarti della popolazione. Ma ci deve far preoccupare il fatto che lo scorso anno la percentuale che riteneva corretta quest'affermazione era del 92%. Anche se la fiducia resta alta, quindi, c'è una forte riduzione, figlia forse del fatto che i cittadini avvertono meno il rischio della pandemia e del Covid e quindi, non avendo compreso a pieno il valore dello strumento vaccinale, non hanno più un livello elevato di fiducia".

Un fenomeno evidenziato anche dalla risposta alla domanda formulata da un'altra angolazione. "Le persone secondo le quali i vaccini non sono uno strumento efficace di prevenzione delle malattie infettive erano pari al 6% lo scorso anno e sono il 17% quest'anno, aumentando di 11 punti percentuali. In pratica - ha evidenziato l'esperta - abbiamo avuto un calo di chi sostiene la fiducia nei vaccini e un aumento di chi non la pensa così".

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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