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Lo ammette il ministro Cingolani. L'Europa era partita con l'idea di bloccare l'importazione, ma quello a cui potrà arrivare è soltanto un compromesso

L'Europa era partita con l'idea di bloccare l'importazione di petrolio e gas russi, «ma quello a cui potrà arrivare è soltanto un compromesso". Lo afferma in un'intervista alla 'Stampa' il ministro della Transizione Energetica Roberto Cingolani prima di partecipare al G7 dei ministri del Clima, dell'Energia e dell'Ambiente di Berlino. Questa, ricorda, "è una questione estremamente complessa perché le situazioni dei vari Paesi sono molto differenti. Il punto di vista di chi dice che una sanzione non dovrebbe danneggiare chi la fa più di chi la subisce è comprensibile". Una linea, spiega, sostenuta da Germania e Austria anche se "si tratta di un problema etico gigantesco, perché sappiamo bene che il pil della Russia è basato sull'export di energia: alla fine la commissione troverà una via d'uscita, che comunque dovrà essere un compromesso".

Sui pagamenti in rubli "abbiamo lavorato con assoluta trasparenza. Per l'operatore italiano ed europeo l'operazione finisce quando paga la fattura in euro, la banca russa che li trasforma in rubli non è sanzionata. In più, se le regole cambieranno, le società si adegueranno immediatamente. E c'è sempre l'arbitrato presso il tribunale svedese".

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