L'utero in affitto è una pratica inumana
Interviene al dibattito anche Comunione e Liberazione: 'pratica inumana che lede la dignità dei bimbi e delle donne'
"In merito alla cosiddetta pratica dell’utero in affitto Comunione e Liberazione non ha altro da aggiungere alla definizione che ne ha dato qualche mese fa Papa Francesco: è una pratica ‘inumana’ in cui ‘le donne, quasi sempre povere, sono sfruttate, e i bambini sono trattati come merce’. Direi che chiunque si definisca cattolico non può che concordare con questo giudizio". Così Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione.
"Aggiungo una cosa – osserva Prosperi -: l’estrema strumentalizzazione politica che segna la discussione di questi giorni non aiuta a capire cosa c’è in gioco. E in gioco non c’è solo, io credo, l’evidenza che tale pratica lede gravemente la dignità umana di tutte le persone coinvolte, a cominciare dai bambini e dalle donne. In gioco c’è molto di più: quale società intendiamo costruire, quale significato diamo all’amare, al desiderio di generare che ognuno ha, al rapporto tra diritti e doveri". "Cl è contraria all’utero in affitto, così come a qualsiasi altra forma di Gpa – prosegue Prosperi -, non per difendere aprioristicamente dogmi di fede, a cui pure crediamo, ma per affermare la dignità dell’esperienza umana. La nostra esperienza di vita innanzitutto umana e a maggior ragione cristiana, non si ritrova nell’individualismo radicale che caratterizza la nostra cultura, di cui questa pratica è un esito evidente".
"Desideriamo perciò testimoniare la bellezza di un altro modo di vivere, di stare insieme, di essere padri e madri, di fare famiglia, con la convinzione che questo possa essere un contributo positivo per la vita di tutti, credenti o meno", conclude il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione.
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