Sindrome Long per 24% bimbi anche dopo infezione asintomatica, st
Città Salute Torino guida la ricerca su sequele nei piccoli, incidenza doppia nella fascia 11-16 anni
"Il 24% della popolazione pediatrica che ha superato la fase acuta del Covid con sintomi lievi o assenti", in pratica un bambino guarito su 4, "soffre di disturbi correlati all'infezione da Sars-CoV-2 a distanza di almeno 2 mesi dalla guarigione, e fino a 9 mesi dalla stessa". Ancora: "Avere sviluppato sintomi in fase acuta aumenta significativamente il rischio di Long Covid, portandolo dall'11,5% al 46,5%, mentre soffrire di malattie concomitanti (asma, rinite allergica e altre) non causa nessun rischio aggiunto". Sono i risultati principali del primo studio multicentrico condotto in Italia sul Long Covid nei bimbi, annuncia la Città della Salute di Torino, capofila della ricerca pubblicata sull'Italian Journal of Pediatrics'.
Gli autori hanno valutato in 8 regioni italiane più di 650 bambini che hanno avuto Covid-19 fra ottobre 2020 e giugno 2021. "I dati confermano e consolidano il valore delle raccomandazioni espresse dalla Società italiana di pediatria e da numerose altre società scientifiche pediatriche: bambini e adolescenti che hanno contratto il Covid, anche se in modo lieve, devono essere monitorati dai genitori e in caso di comparsa di sintomi vanno sempre visitati dal pediatra", raccomandano gli studiosi. I sintomi più spesso lamentati dai piccoli pazienti sono stati affaticamento (7%), problemi di natura neurologica - difficoltà di concentrazione, sensazione di annebbiamento e cefalea (6,8%) - e sintomi respiratori (6%).
L'incidenza di Long Covid - evidenziano dalla struttura piemontese - è quasi raddoppiata nei bambini più grandi e negli adolescenti rispetto ai più piccoli, passando dal 18,3% (0-5 anni) al 21,3% (6-10 anni), fino ad arrivare al 34,4% di rischio (11-16 anni). Nella fascia d'età maggiore, ai sintomi più tipici si possono associare ansia, agitazione, disturbi del sonno e del comportamento. L'unico tipo di patologia Long Covid che si riscontra più spesso nella prima infanzia è quella respiratoria, con l'11,4% di rischio nella fascia 0-5 anni, contro il 3,8% dopo i 6.
"I risultati confermano l'importanza della vaccinazione in età pediatrica come strumento di prevenzione, anche dall’insorgere di patologia da Long Covid", dichiarano gli autori.
Siccome "bambini e adolescenti superano l'infezione acuta da Sars-CoV-2 con una sintomatologia spesso lieve o addirittura assente", osservano i ricercatori, "molti di loro non giungono all'attenzione del pediatra ed eventuali sintomi che si presentano a distanza dalla fase acuta possono non essere correttamente riconosciuti dai genitori né associati al Covid". Da qui l'appello a vigilare su eventuali disturbi.
Fanno parte del gruppo di studio, coordinato da Enrico Bertino e Giulia Maiocco (Neonatologia universitaria Città della Salute di Torino), Gianfranco Trapani (Asl 1 Sanremo, Imperia), Vassilios Fanos (università di Cagliari) e Giuseppe Verlato (università di Verona).
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