Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

Le Foche: "Improbabile che virus riparta, normalità è vicina"

vaccino covid.jpg

L'immunologo in un'intervista al Corriere della Sera traccia il bilancio dell’attuale situazione epidemica italiana

"Gli italiani sono stati responsabili, attenti alle regole e il servizio sanitario nazionale, grazie all’abnegazione di medici, infermieri e di tutti gli altri operatori, ha retto all’onda d’urto della pandemia. In più abbiamo vaccini e terapie. Come monoclonali e farmaci antivirali”. L'immunologo Francesco Le Foche, in un’intervista al Corriere della Sera, traccia il bilancio dell’attuale situazione epidemica italiana, affermando che ora possiamo dirci più tranquilli, dato che l’85% delle persone si è vaccinato. E ciò ha ridotto moltissimo contagi e ospedalizzazioni. Tra poco avremo una percentuale così alta di vaccinati da poter riaprire tutto per tutti. La maggior parte delle persone ha apprezzato la vaccinazione che ha portato alle riaperture in sicurezza. E dovremmo considerare questa opportunità una forma di medicina preventiva”.

“I non vaccinati sono 5 milioni - prosegue Le Foche - Chi va al lavoro ha diritto alla sicurezza. Vale per gli incidenti, come per il virus. Il tampone a 72 ore? Preferirei esclusivamente la vaccinazione. Tutela tutti, anche, come vediamo dalle curve degli ultimi giorni, i non vaccinati. Continuando su questa linea è molto improbabile che il contagio riparta”. Per quanto riguarda chi ha deciso di non vaccinarsi, afferma, “non vedo regole punitive. Ma un diritto alla salute, bene superiore per tutti. Dove c’è scetticismo per il vaccino la mortalità è ancora alta e, quanto alla terza dose, non avendo ancora una terapia definitiva, è meglio prevenire che curare”.

Secondo l’immunologo, il vaccino antinfluenzale con l’anti-Covid “è una bella opportunità" e riguardo la terza dose agli over 60 spiega che il sistema immunitario riduce la sua efficacia nel tempo e con comorbilità che iniziano intorno a quella età si può essere più fragili”. Ma la terza dose, precisa, può servire anche sotto i 60, “se si è fragili per malattie o per farmaci immunosoppressori. Si valuta la memoria immunitaria. Il vaccino dura almeno 9 mesi. Quanto al vaccino per i bambini, “anche loro hanno il diritto alla salute. Dai 5 agli 11 anni si attende a breve l’autorizzazione. La dose è un terzo di quella degli adulti. E anche le donne in gravidanza devono vaccinarsi, dal terzo mese in sù. Perché il sistema immunitario ha un impegno superiore. L’excursus polmonare si riduce perché il diaframma si alza. E perché darà anticorpi nei primi mesi di vita al bambino. È consigliato anche durante l’allattamento, in modo da trasmettere gli anticorpi con il latte materno”. E scoprire la gravidanza dopo il vaccino non fa temere per il bambino, ma “va informato il ginecologo e rinviata la seconda dose a dopo il terzo mese”.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

Commenti