I parchi divertimenti chiedono il ristoro
Dimezzate presenze e incassi causa Covid: perse oltre 120 giornate di attività
I responsabili dei parchi tematici, acquatici e faunistici italiani hanno rappresentato nei giorni scorsi al Governo le difficoltà di un settore che nel 2019 ha fatturato 500 milioni di euro, ospitando oltre 20 milioni di visitatori e che nelle ultime due stagioni ha dimezzato le presenze e gli incassi. Anche sul piano occupazionale le stagioni 2020 e 2021 hanno registrato una conseguente contrazione degli occupati, con impatto rilevante su una filiera che quota 2 miliardi di euro di volume d’affari e intermedia oltre un milione di pernottamenti in hotel attraverso i tour operator interni.
Anche gli ultimi mesi sono stati fortemente condizionati dalla chiusura obbligata a metà ottobre e la riapertura tardiva a metà giugno, che ha fatto perdere ai parchi a tema oltre 120 giornate di operatività, con perdite conseguenti e difficoltà ad effettuare nuovi investimenti per migliorare la qualità dell’offerta. L’introduzione dell’obbligo del Green Pass in agosto ha fatto il resto, generando un forte calo di presenze nel mese più significativo per questa specifica industria.
Il Consiglio Direttivo di Parchi Permanenti Italiani, aderente a Federturismo Confindustria, ha richiesto sostegni specifici e la riattivazione delle misure di sostegno per i lavoratori per affrontare la riapertura nel 2022. L’Associazione Parchi Permanenti Italiani (Ppi) rappresenta i maggiori parchi divertimento di carattere tematico, acquatico e faunistico diffusi in tutta la Penisola, aderente a Federturismo Confindustria.
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