Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

Quando un'intera città è penalizzata dal crimine

criminale.jpg

Se non si possiede una minima dignità personale, non si ha rispetto neanche della vita degli altri

La cronaca, purtroppo, ci sta confermando una verità che non può più essere sottaciuta: è sotto gli occhi di tutti, infatti, il progressivo imbarbarimento della società in cui viviamo.

A Caivano, per l’appunto, una città della Campania,  che ormai tutti noi conosciamo per essere da tempo al centro della cronaca,  si è arrivati addirittura a tali scadimenti di valori morali che si possono equiparare a episodi tipici che avvenivano in civiltà tribali e che si perdono nella notte dei tempi.

In particolar modo Parco Verde, un suo quartiere eretto per ospitare temporaneamente gli sfollati dopo il terremoto del 1980, oggi costituisce invece una specie di ossimoro poiché in effetti è un vero e proprio ghetto formato da un agglomerato di palazzoni fatiscenti che ospita circa seimila abitanti compresi mille bambini e tutti vivono con i proventi del traffico di sostanze stupefacenti.

Da qui parte infatti la droga che invade ogni parte della Penisola. Gli episodi di cronaca nera sono all’ordine del giorno e l’illegalità è radicata nelle fondamenta. Chi non è del luogo, è difficile che ci entri: a fare da sentinella sono i pusher in ogni angolo del Parco, pronti a far scattare l’allarme nel momento in cui si avvicina un estraneo.

La società in cui viviamo, pur abituata agli avvenimenti che normalmente ci propinano i media, resta ancor più basita di fronte ai fatti bestiali che, in questo luogo, avvengono  e che implicano la vita di alcuni minori.

La coscienza ci ammonisce che sono guai a chi tocca la vita dei bambini o delle bambine.

La vita di tali esseri innocenti infatti è sacra e inviolabile. Anche la religione cristiana, che gran parte di noi ci pregiamo di professare, prescrive che chi tocca un minore è meglio che si leghi la macina di mulino al collo e si getti in mare.

Tuttavia, nel particolare contesto umano di questa cittadina a nord di Napoli, degradato e lasciato nell’ignoranza assoluta di certi valori, tali accadimenti, purtroppo, si verificano con una certa frequenza. Già in passato la cronaca ci aveva riportato di un bambino precipitato misteriosamente da un palazzo, probabilmente ad opera dei suoi genitori e mai scoperti. Poi di un bieco figuro che approfittava da anni di una bambina e che, scoperto, si sbarazzava di lei gettandola dall’ottavo piano del palazzo in cui viveva. E, in tempi più recenti, come se non bastasse, due cuginette sono state violentate da un branco di ragazzi. La magistratura sta tuttora indagando su quest’ultimo caso.  Ci auguriamo che gli autori di questo orrendo crimine, quanto prima, siano duramente puniti.

Questi bestiali avvenimenti ci fanno capire, senza alcun dubbio, che se non si possiede un concetto edificante della propria persona e si è privi di ogni minima dignità personale, non si ha rispetto neanche di se  stessi. Di conseguenza, quando non si hanno questi freni inibitori non si ha in grande considerazione neanche la vita degli altri e, quindi, si è capaci di  commettere, in certe situazioni, le più feroci nefandezze.

Fatti tanto mostruosi accadono ogni giorno e, purtroppo, accadranno perché la società civile e opulenta che si è determinata non sa più fornire i modelli giusti cui i ragazzi possono ispirare la propria vita. E quando ai giovani mancano gli esempi e gli insegnamenti di un certo genere, finiscono nel vegetare nell’inerzia, nella noia e nell’ignoranza che portano inevitabilmente alla corruzione e alla dissipazione della propria vita.

Tutto ciò provoca indignazione nei cittadini onesti e più evoluti che, pur consapevoli degli sforzi che fanno le associazioni preposte, assistono basiti alle smagliature paurose di cui soffre la loro comunità. L’erbaccia incolta e i cumuli di rifiuti depositati nelle aree di sosta del tratto stradale che porta al quartiere di cui parliamo, danno subito l’impressione che in questa terra non penetrano a sufficienza le istituzioni e si è lasciato prosperare indisturbata la camorra e  lo spaccio della droga che oggi può considerarsi una delle piazze più vaste d’Europa.

Ormai Parco Verde è un luogo urbano blindato alla mercé esclusiva della criminalità organizzata. E non si pensi che nell’immediato, anche se lo Stato con le sue istituzioni corra ai ripari ponendo più presenza sul territorio, possa riportare quella comunità alle legalità. Non basta incrementare le biblioteche del posto o stimolare nelle scuole cittadine la rieducazione al rispetto reciproco. Servirebbe a tale scopo  che si mettesse spontaneamente in azione anche quel movimento di cittadini onesti del resto della città, disposto a insegnare ai giovani che la bellezza e la gioia si sostanzia nell’ottenere un onesto vivere civile.

 

5 Marzo
Autore
Sergio Fedro

Commenti