7mila Comuni italiani a rischio idrogeologico
Dopo la tragedia di Ischia l'allarme lanciato dalla Protezione civile nel nome del suo capo Fabrizio Curcio, che rilancia il tema della prevenzione
"In passato c'è stata, come dire, questa idea di una protezione civile che prima si occupava solo unicamente della gestione emergenziale, poi si è iniziata ad occupare anche della fase infrastrutturale, dopodiché questa parte infrastrutturale, negli anni passati, è diventata ipertrofica così ipertrofica che poi non è stato più possibile reggerlo e siamo tornati alla gestione pura emergenziale". Lo ha detto Fabrizio Curzio, capo della Protezione Civile a SkyTg24.
"Ora siamo in una fase durante la quale abbiamo tutti gli elementi anche per posizionare il sistema di protezione civile nella maniera giusta e corretta. - ha spiegato Curcio - Noi ci vorremmo occupare, così come aveva immaginato Zamberletti, della parte operativa, della parte di prevenzione, ma anche della prevenzione strutturale: va recuperato questo equilibrio tra ciò che protezione civile fa in emergenza ciò che fa in prevenzione strutturale, ma di protezione civile, ci vorremmo occupare anche di prevenzione strutturale ma come protezione civile".
"Più di 7mila comuni in Italia, è un dato Ispra, sono a rischio frana, a rischio alluvione, e a rischio erosione costiera: una serie di rischi concatenati, che coinvolge oltre 8 milioni di italiani. E vorrei sottolineare che stiamo parlando di rischi rispetto a dove si vive, poi ci sono i rischi legati ai movimento che ognuno di noi fa, dall'attività lavorativa e così via, il rischio si calcola non solo in funzione di dove si abita ma anche in funzione di dove si svolgono le diverse attività" ha affermato Fabrizio Curcio.
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