La strategia economica del Def si scontra con la realtà
Sull'inflazione pesa la guerra in Ucraina e tutte le tensioni geopolitiche che ne conseguono oltre al rialzo dei prodotti energetici
Sussiste "un'elevata incertezza circa l’evoluzione di alcuni fattori internazionali, che potrebbero modificare sensibilmente il quadro delineato già dall’anno in corso. I rischi individuati nel Def sono del resto prevalentemente orientati al ribasso, come confermato dai principali analisti nazionali e internazionali". Così i rappresentanti Istat in audizione davanti alle commissioni Bilancio congiunte sul Def.
"Essi sono collegati innanzitutto alla guerra in Ucraina e alle conseguenti tensioni geopolitiche, che possono compromettere il processo di riduzione dell’inflazione, generando una nuova spinta al rialzo dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime. Il prezzo del petrolio potrebbe, inoltre, aumentare anche in seguito a restrizioni nelle politiche di offerta attuate dai principali paesi esportatori. La crescita economica mondiale potrebbe risultare più bassa del previsto, anche per un peggioramento delle condizioni dei mercati finanziari: il prolungarsi della fase di restrizione monetaria aggraverebbe le recenti turbolenze, che hanno visto il fallimento di alcune banche ed il ribasso dei titoli azionari", aggiunge. "Un’importante incognita viene dall’andamento dell’economia americana".
In particolare, afferma, "il verificarsi di un rallentamento dell’economia statunitense già a partire dai prossimi mesi – con una verosimile ulteriore contrazione del commercio mondiale – e un parallelo apprezzamento dell’euro – indotto da una riduzione dei tassi di interesse ufficiali americani e da una invarianza di quelli della Banca centrale europea rispetto allo scenario di base – comporterebbe un impatto significativo sul Pil, pari a quasi 2 decimi di punto nel 2023 e a 5 decimi nel 2024".
"L’attuale congiuntura economica risulta contraddistinta da segnali di incertezza, legati all’evoluzione degli scenari di guerra e al contesto geopolitico, al rischio di nuove spinte inflattive e in generale di una maggiore persistenza dell’inflazione, all’emergere di crisi localizzate nel sistema bancario". Così Giovanni Savio, il direttore della Direzione Centrale per la contabilità nazionale dell'Istat sottolineando la persistenza dello "spettro dell'inflazione".
Come più volte ricordato, "l’andamento delle tendenze di fondo della finanza pubblica, e lo sforzo di programmazione delle politiche per il futuro connesso all’aumento della pressione degli scenari demografici sul sistema sanitario, di welfare e previdenziale, saranno inevitabilmente collegate anche all’attuazione del programma di investimenti e riforme previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e all’aumento del potenziale di crescita dell’economia", si legge nell'intervento.
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