Quell'orrenda mutilazione alle donne
Oms-Unicef denunciano oltre 200 milioni di ragazze e donne con mutilazioni genitali. E quasi 4,4 mln a rischio di subirle quest'anno
Più di 200 milioni di ragazze e donne oggi in vita hanno subito mutilazioni genitali femminili. Quest'anno, quasi 4,4 milioni di ragazze saranno a rischio di subire questa pratica dannosa. Ciò equivale a più di 12.000 casi al giorno. Sono i dati ricordati oggi da Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Unicef, e realtà delle Nazioni Unite attive per i diritti rosa, che hanno voluto, in occasione della Giornata internazionale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili, lanciare un messaggio: "Riaffermiamo la nostra dedizione alle ragazze e alle donne che hanno subito questa grave violazione dei diritti umani. La voce di ogni sopravvissuta è una chiamata all'azione, e ogni scelta che fanno nel reclamare le loro vite contribuisce al movimento globale per porre fine a questa pratica dannosa", dichiarano la direttrice esecutiva dell'Unfpa Natalia Kanem, la Dg dell'Unicef Catherine Russell, l'Alto commissario dell'Ohchr Volker Türk, la direttrice esecutiva di Un Women Sima Bahous e il Dg di Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
"Ribadiamo il nostro impegno a prevenire e a rispondere a questa pratica dannosa contro le donne e le ragazze", hanno continuato i vertici delle organizzazioni in una nota congiunta. "Le mutilazioni genitali femminili sono una violazione dei diritti delle donne e delle bambine, che mette in pericolo la loro salute fisica e mentale e limita il loro potenziale di condurre una vita sana e soddisfacente. Aumenta il rischio di gravi dolori, emorragie e infezioni e la probabilità di altre complicanze sanitarie più avanti nella vita, compresi i rischi durante il parto, che possono mettere a repentaglio la vita dei loro neonati. Per questo motivo, nel perseguire un mondo libero da discriminazioni e pratiche che danneggiano le ragazze e le donne, è imperativo rivolgere la nostra attenzione alle voci che contano di più: le voci delle sopravvissute".
Per gli esperti "è fondamentale investire nei movimenti guidati dalle sopravvissute, soprattutto a livello di base, dedicando loro risorse che ne promuovano gli sforzi. Dobbiamo inoltre garantire la disponibilità e l'accessibilità di servizi completi e rispettosi dal punto di vista culturale. Ciò include il rafforzamento dell'assistenza sanitaria e dei servizi sociali e legali a sostegno delle sopravvissute. Celebriamo i progressi compiuti: la pratica delle mutilazioni genitali femminili è diminuita negli ultimi trent'anni e nei 31 Paesi con dati di diffusione rappresentativi a livello nazionale, quasi 1 ragazza su 3 di età compresa tra i 15 e i 19 anni è stata sottoposta a questa pratica, rispetto a 1 su 2 negli anni Novanta. Tuttavia, c'è un urgente bisogno di sforzi ancora più mirati, coordinati e sostenuti se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo comune di porre fine alle mutilazioni genitali femminili entro il 2030. Insieme, guidati dalle sopravvissute, possiamo consegnare questa pratica dannosa alla storia, una volta per tutte".
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