La fine del patriarcato e l'inizio della grammatica
Intervengono nel dibattito sulla violenza contro le donne Emma Bonino e Barbara Floridia sulla diversa cultura dell'Italia
“Filippo Turetta figlio sano del patriarcato? È un po' il figlio di una cultura che forse sta crepando un po' del maschio con il senso del possesso". Così Emma Bonino ospite di Accordi&Disaccordi in onda sul Nove. "'Tu sei mia, sarai sempre mia': è una perdita di possesso che ogni tanto manda in tilt una serie di personaggi", ha spiegato la storica esponente radicale. Sull'inasprimento delle pene deciso dall'ultima legge contro la violenza di genere ha aggiunto: "Il semplice e terribile innalzamento di pene non è certamente un deterrente. Lo potrebbe essere la certezza della pena, ma la certezza della pena nel nostro Paese è una cosa un po' diciamo fragile”, ha concluso Bonino.
"Se non c'hai due occhi neri e un bernoccolo sanguinante in testa normalmente le forze di polizia ti dicono: 'no ma signora, si calmi, non esageri, lei torni a casa, faccia la pace'". Così Emma Bonino ospite di Accordi&Disaccordi in onda stasera sul Nove. "Quindi dopo che hai preso il coraggio di andare a denunciare ti senti anche respinta in qualche modo", ha concluso Bonino.
"Inizio il mio intervento con un saluto: buonasera a tutte, con questo intendo tutte le persone. Oggi è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e la cultura può tutto, cominciamo allora dalle parole: se in platea ci fosse il 99 per cento di donne e un solo uomo, la grammatica richiederebbe il saluto 'buonasera a tutti'. Ecco, cominciamo dalle parole, dalla grammatica, anche lì si trascina il pregiudizio. La cultura può modificare i pensieri. Cominciamo col darci nuove regole grammaticali". A sottolinearne l'esigenza è Barbara Floridia, presidente della commissione parlamentare di vigilanza Rai, intervenendo anche sul tema del servizio pubblico.
"La lingua è un organismo vivente, che si muove, la cultura, ciò che siamo, non è mai statico. Bisogna essere liberi da pregiudizi e regimi, intesi come gabbie culturali che non permettono di essere donna, parimenti ai diritti che può esercitare un uomo. In questo si inserisce lo spot Rai dedicato al tema", sottolinea Barbara Floridia. "Spesso si lotta contro qualcuno, si pensa alla destra, alla sinistra che occupano la Rai. In questo, bisogna stare attenti a non far disinnamorare le persone dal servizio pubblico".
Per Floridia, "è importante che ci siano sensibilità di giornalisti che continuano a fare il loro lavoro, che ci siano tutte le informazioni, non solo alcune. C’è necessità che tutti i giornalisti di tutte le sensibilità raccontino la verità, così che io come cittadina, che i cittadini, che tutti possano crearsi un pensiero critico. Poi, bisogna stanziare risorse per il servizio pubblico. E, ancora, comprendere che tempo abitiamo, in che misura tutto ciò che dobbiamo sviluppare vada fatto con nuovi tempi, nuove infrastrutture, perché viviamo ormai, come si dice adesso, non tanto solo on-line, quanto proprio on-life".
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