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L'Italia pronta per la pace mentre viene liberata l'Ucraina

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Draghi si impegna con Zelensky per fermare guerra e creare una soluzione durevole. Intanto liberata la città di Irpin mentre Mariupol forse cade in mano cecena

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto oggi pomeriggio una nuova conversazione telefonica con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Al centro dei colloqui vi sono stati gli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina e della crisi umanitaria in atto. Zelensky ha lamentato il blocco da parte russa dei corridoi umanitari e la prosecuzione dell’assedio e dei bombardamenti delle città, comprese le scuole, con conseguenti perdite civili, tra cui anche bambini. Draghi ha ribadito il fermo sostegno del Governo italiano alle autorità e al popolo ucraini e la piena disponibilità dell’Italia a contribuire all’azione internazionale per porre fine alla guerra e promuovere una soluzione durevole della crisi in Ucraina.

Intanto mentre resta frenetica l'attività diplomatica per le strade delle città ucraine si continua a resistere all'invasione russa, tanto che Irpin è stata liberata e probabilmente tra poche ore anche Mariupol. "La nostra Irpin è libera dagli invasori di Mosca" annuncia in un video pubblicato sui social il sindaco, Irpen Markushin. "Tuttavia - ha aggiunto - sconsiglio ancora ai cittadini di ritornare". Ma non solo: "Non manca molto tempo alla completa liberazione di Mariupol" ha dichiarato il leader ceceno Ramzan Kadyrov, in un nuovo video, secondo quanto riporta l'agenzia Tass. "I militari russi stanno liberando Mariupol dalle bande naziste casa per casa. I combattenti agiscono in modo deciso, duro, tempestivo", ha affermato Kadyrov nel video, durante il quale si vedono i combattenti ceceni in azione nella città dell'Ucraina meridionale e poi un gruppo, con lo stesso Kadyrov, salire sul tetto di un palazzo sventolando una bandiera cecena.

"La guerra Putin, per come l'aveva annunciata all’inizio, l'ha già persa: una veloce guerra, la conquista dell'Ucraina che non esiste, l’arrivo a Kiev e l’insediamento di un altro governo. Tutte cose che non sono accadute grazie alla resistenza ucraina" dice a Radio Immagina Andrea Romano, parlamentare Pd e storico esperto di storia russa che ha spiegato anche come la percezione della guerra in Russia stia cambiando.

"La percezione dei russi sulla guerra sta cambiando, nonostante tutte le difficoltà che provengono da una propaganda massiccia e anche considerando la differenza che c’è tra chi vive in città e chi vive in campagna. Sono soprattutto le migliaia di morti di soldati russi ad impattare sull’opinione pubblica. Molti sono semplici soldati di leva, giovani a cui probabilmente era stato promesso che sarebbero andati a fare semplicemente delle esercitazioni.

"Migliaia di famiglie russe hanno perso i contatti con i propri figli e quando sanno che sono morti, non possono ricevere il corpo. Tanto che la stampa di regime si concentra sulla narrazione eroica dei caduti”. “Inoltre – ha aggiunto - anche le sanzioni della comunità internazionale stanno cambiando completamente la vita dei russi. Non solo per la mancanza di marchi occidentali, ma iniziano a essere difficilmente reperibili anche beni di prima necessità”, ha concluso.

 

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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