Il soccorso in mare resta un dovere
Nannini (Emergency): 'uccisi da assenza canali di ingresso legali, il soccorso è un dovere'
"Abbiamo subito pensato alle vittime del naufragio di Crotone. Anche questa era una imbarcazione in situazione di pericolo, dove le persone stavano rischiando la loro vita per le pessime condizioni in cui si trovava. Siamo qui per soccorrere chi affronta una delle rotte migratorie più pericolose al mondo. Donne, bambini, uomini continuano a essere uccisi dall’assenza di canali legali e sicuri per raggiungere l’Europa. È un dovere portare soccorso". A dirlo è Emanuele Nannini, capo missione Sar di Emergency, dopo il soccorso da parte del team di Life Support, in acque internazionali di fronte alla Libia, di un'imbarcazione con 105 persone a bordo. A segnalare la carretta del mare stracolma e in pericolo è stato Alarm Phone.
"Abbiamo ricevuto una segnalazione da Alarm Phone e avvertito le autorità competenti della nostra intenzione di andare a verificare la potenziale situazione di pericolo - racconta Nannini -. L’imbarcazione in distress, di gomma e lunga circa 12 metri, non riusciva più a navigare perché il motore aveva smesso di funzionare. Aveva seri problemi strutturali e stava imbarcando acqua. Una situazione di estremo pericolo per la navigazione e per i 105 naufraghi. Inoltre, le condizioni del mare stavano peggiorando". Tra i naufraghi soccorsi ci sono 17 donne (di cui una al settimo mese di gravidanza), 4 bambini accompagnati e 25 minori non accompagnati. Arrivano da Nigeria, Gambia, Costa d’Avorio, Guinea Conakry, Sudan, Camerun, Mali, Mauritania, Sierra Leone, Chad, Eritrea, Burkina Faso. L’imbarcazione su cui viaggiavano era partita da Zwara, in Libia, alle 2 del pomeriggio del 6 marzo. Le operazioni di salvataggio si sono concluse stamani intorno alle 7 del mattino. Alla nave di Emergency è stato assegnato il porto di Brindisi per lo sbarco dei naufraghi. L'arrivo è previsto venerdì mattina.
"Quando lo sbarco di tutte le persone soccorse è terminato abbiamo effettuato una prima valutazione sulle condizioni generali di salute dei naufraghi e sembrano buone – spiega Roberto Maccaroni, responsabile sanitario Sar –. Nelle prossime ore inizieremo visite più approfondite. È stata data priorità a una donna incinta all’incirca al settimo mese e non sono emersi segni di gravidanza a rischio". La Life Support, che ha a bordo 27 persone tra marittimi, medici, mediatori, rescuers, è alla sua terza missione nel Mediterraneo centrale e ha tratto in salvo 142 persone nella prima missione e 156 nella seconda missione.
Commenti