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E ripartì il grano diretto ai Paesi poveri. E all'Italia

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I buoni uffici di Erdogan, il placet di Putin e la soddisfazione di Coldiretti per la nuova intesa raggiunta

Otto navi dovrebberopartire oggi dai porti dell'Ucraina dopo che la Russia ha deciso di rientrare nell'accordo sul grano raggiunto lo scorso 22 luglio a Istanbul grazie alla mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite. Lo ha annunciato il ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov spiegando che otto navi cariche di cereali attraverseranno domani il corridoio del grano.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato al Parlamento di Ankara il ritorno della Russia nell'accordo sul grano raggiunto lo scorso 22 luglio a Istanbul, sottolineando la priorità delle prossime esportazioni verso le nazioni africane. Ieri Erdogan, che ribadisce il suo ruolo di mediazione nella crisi ucraina, aveva avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin. Il ritorno della Russia nell'accordo, ha però spiegato Erdogan, è stato possibile in seguito a negoziati con il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu.

L'accordo per la transizione di navi cariche di cereali nel Mar Nero ''continuerà com'era prima'' della decisione della Russia di ritirarsi quattro giorni fa, ha detto Erdogan citando Shoigu. Il presidente turco ha poi affermato che l'accordo avrebbe dato priorità alle spedizioni verso le nazioni africane, tra cui Somalia, Gibuti e Sudan, in linea con le preoccupazioni della Russia secondo cui la maggior parte del grano avrebbe raggiunto le nazioni più ricche, in particolare quelle europee.

Con il via libera della Russia all’accordo riprendono le spedizioni anche verso l’Italia dove sono arrivate dall’Ucraina quasi 1,2 miliardi di chili di mais per l’alimentazione animale, grano tenero e olio di girasole nell’ultimo anno prima della guerra. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti della decisione della Russia di riprendere la partecipazione all’accordo raggiunto lo scorso 22 luglio.

L’apertura di Putin è importante soprattutto per la forniture di mais alle stalle italiane in una situazione in cui i costi di produzione sono cresciuti del 57% secondo il Crea mettendo in ginocchio gli allevatori nazionali. L’Ucraina infatti con una quota di poco superiore al 13% per un totale di 785 milioni di chili è il secondo fornitore di mais dell’Italia che è costretta ad importare circa la metà del proprio fabbisogno per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle.

L’Ucraina  garantisce invece appena il 3% dell’import nazionale di grano (122 milioni di chili) mentre sono pari a ben 260 milioni di chili gli arrivi annuali di olio di girasole, secondo l’analisi su dati Istat relativi al commercio estero 2021. Lo sblocco al passaggio delle navi cariche di cereali sul Mar Nero è importante anche per combattere il rischio carestia in ben quei 53 Paesi dove secondo l’Onu, la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione.

1 anno fa
Autore
Claudio Mascagni

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