Etiopia, Abiy: un premio Nobel per la pace, in guerra
Nel secondo stato più popoloso dell'Africa l’escalation di violenza sembra ormai irreversibile
Abiy Ahmed, primo ministro dell’Etiopia insignito del premio Nobel per la pace nel 2019, sarà a capo delle proprie truppe nella guerra ai ribelli.
"A partire da domani, mi mobiliterò sul fronte per guidare le forze di difesa - ha annunciato Abiy su Twitter - Coloro che vogliono essere tra i bambini etiopi che saranno acclamati dalla storia, insorgano oggi per il loro Paese. Incontriamoci al fronte".
While there are many struggles and discomforts we may have to face as the nation confronts both external & internal threats, I ask all Ethiopians to stand in unity & ride the passing momentary wave. Standing together we CAN overcome! We have done it before. And we will do it now. pic.twitter.com/OAVEQLZBPc
— Abiy Ahmed Ali ???? (@AbiyAhmedAli) November 19, 2021
L’Etiopia è nel caos, le forze di liberazione del Tigray avanzano inesorabilmente verso la capitale Addis Abeba e hanno già annunciato la presa di Shewa Robit, un’altra città a nord est della capitale. In vista di una possibile escalation all’interno del paese, gli Stati uniti hanno inviato forze speciali a Gibuti, per prestare aiuto alla diplomazia Usa in caso di necessità.
Gli appelli inutili
A inizio novembre il Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres si era detto preoccupato per la situazione del paese, chiedendo "Un dialogo nazionale inclusivo per risolvere questa crisi e gettare le basi per la pace e la stabilità in tutto il Paese”. Vano anche l’appello dell’Unione Europea, che tramite il presidente del Consiglio Europeo Michel ha chiesto “Un cessate il fuoco significativo con effetto immediato e di impegnarsi in negoziati politici senza precondizioni”.
Premio Noble per la pace, in guerra
Il premier etiope Abiy Ahmed è stato insignito del premio Nobel nel ’19 “Per i suoi sforzi per raggiungere la pace e la cooperazione internazionale, e in particolare per la sua decisiva iniziativa per risolvere il conflitto di confine con la vicina Eritrea”. Lo stesso Abiy, oggi si rende protagonista di un'inevitabile chiamata alle armi, in difesa di un paese ormai martoriato da un conflitto che va avanti da un anno e che ha portato uno dei paesi più popolosi dell’Africa, citando Amnesty International, “Sull’orlo di una catastrofe umanitaria e dei diritti umani”.
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