L'ora delle scelte in nome del Ponte sullo Stretto
Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia: 'Negli ultimi 50 anni abbiamo assistito solo a chiacchiere, l’opera si poteva fare'
"Oggi è il momento delle scelte. Oggi come non mai. Sul piano tecnologico siamo pronti a farlo, l’opera ha la necessità di una valutazione complessiva, ma è indispensabile, se necessario si deve applicare il ‘metodo Genova’, snellire le procedure burocratiche". A dirlo è stato Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, intervenendo a un convegno in corso a Teatro Massimo di Palermo dal titolo ‘Il Ponte sullo Stretto. Una sfida necessaria’. "Negli ultimi 50 anni abbiamo assistito solo a chiacchiere, l’opera si poteva fare. E’ stata bloccata non per un problema tecnico ma politico". Così a Palermo Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, in occasione del convegno in corso al Teatro Massimo di Palermo dal titolo ‘Il Ponte sullo Stretto. Una sfida necessaria’. "In commissione Trasporti - ricorda Foti - ho vissuto la vicenda di Monti che voleva, e dopo lo ha fatto, fare una cosa che un Paese serio non fa: ha disdetto una gara regolarmente vinta da un gruppo internazionale pilotato da Impregilo. Alla fine quello che è accaduto è che si è speso oltre un miliardo per non fare l’opera, creando un danno a livello internazionale al nostro Paese con una perdita di credibilità. Dare ragione a chi non ha voluto farlo è stato un disastro, noi avremmo avuto il ponte nel 2016 con una tecnologia assolutamente di primo livello", ha concluso Foti.
"Nel 2008 quando la società è ripartita i costi del Ponte erano quantificati in circa 6 miliardi, da allora a oggi sono passati quasi 15 anni ed è presumibile che questa cifra sia molto aumentata. Non credo di sbagliare di tanto dicendo che dovrebbe essere quasi il doppio, ma ovviamente la mia è una considerazione non tecnica". Lo ha detto Vincenzo Fortunato, amministratore della società Ponte sullo Stretto, durante il suo intervento all’incontro ‘Il Ponte sullo Stretto, una sfida necessaria’, nato dalla collaborazione tra Fondazione Magna Grecia e Fondazione Sicilia. Come potrà essere pagato? "Ci sarà una parte di autofinanziamento - ha spiegato -. Nel 2008 era del 60 per cento, oggi presumibilmente dovrà essere inferiore ma questo dipende molto dagli studi dei flussi, che sono in corso, e dai pedaggi. Immaginando che il pedaggio non superi quello che oggi è il costo dell’attraversamento con i traghetti, gli studi di Rfi e Trenitalia immaginano una finanziabilità intorno al 40 percento, la restante parte dovrà essere finanziata con contributi statali, comunitari e regionali. La politica deciderà".
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