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La Francia verso lo stato d'emergenza

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Non si placano le violenze dopo la morte di Nahel per mano di un poliziotto. Oltre 900 i fermati, molti minorenni

Sono 917 i rivoltosi fermati dalla polizia in Francia in tre giorni di violenze urbane per la morte del giovane Nahel. Lo ha detto in televisione il ministro francese dell'Interno, Gerald Darmanin, sottolineando che l'età media degli arrestati è di 17 anni. C'è anche "un problema di genitori", alcuni fermati hanno 13 anni, ha rimarcato. Darmanin ha anche deplorato il pestaggio di due poliziotti di Marsiglia, riconosciuti dai giovani violenti mentre erano in vestiti civili e "picchiati a terra come cani". "La maggior parte dei ragazzi dei quartieri popolari non ha nulla a che vedere con questi delinquenti", ha infine sottolineato. 

Il ministro francese dell'Interno Gerald Darmanin ha annunciato in televisione che stanotte saranno dispiegati 45mila poliziotti in tutta la Francia, 5mila in più di ieri. Faremo "di tutto" per evitare una nuova notte di violenze, ha detto il ministro, intervenendo in televisione sulle rivolte provocate dalla morte del giovane Nahel.

Darmanin ha parlato di "mezzi eccezionali" con la mobilitazione di unità speciali come i poliziotti del Raid e il gruppo d'intervento della Gendarmeria nazionale.

Il ministro francese dell'Interno Gérald Darmanin non esclude la proclamazione dello stato d'emergenza se proseguiranno le violente proteste per la morte del giovane Nahel.

"In 50 anni, lo stato d'emergenza è stato utilizzato quattro volte. Non escludiamo alcuna ipotesi. Vedremo cosa deciderà il presidente dopo questa notte", ha detto in televisione.

Preoccupato anche il presidente Macron. "Il capo dello Stato si aspetta dall'unità di crisi che la premier e il ministro dell'Interno gli facciano delle proposte per sviluppare ulteriormente e adattare il dispositivo di mantenimento dell'ordine nelle prossime ore, senza tabù". Lo riporta Bfmtv sulla base di quanto appreso dall'Eliseo. Emmanuel Macron ha lasciato i lavori del Consiglio Europeo in anticipo per rientrare a Parigi dopo la terza notte di violenze in tutta la Francia per la morte di Nahel. Il presidente ha convocato per oggi alle 13 una nuova riunione dell'unità di crisi, la seconda in due giorni. Alla domanda sulla possibilità che venga introdotto lo stato d'emergenza, la premier Élisabeth Borne ha già riposto che il governo esaminerà questo pomeriggio "tutte le ipotesi".

"Choc e sgomento" sono arrivati dal governo algerino per la morte "brutale e tragica" del 17enne Nahel, ucciso a Nanterre da un poliziotto durante un controllo di routine che il giovane franco-algerino avrebbe cercato di evitare. In una nota il ministero degli Esteri algerino si è detto "scioccato" per la morte del ragazzo e per le "circostanze particolarmente preoccupanti in cui è avvenuta".

Con le "più sentite condoglianze" alla famiglia di Nahel, Algeri ha espresso "fiducia" nel governo francese che "farà pienamente il suo dovere di protezione". Il governo algerino parla di "tranquillità e sicurezza di cui devono godere i cittadini algerini nella terra che li ha accolti" e afferma di "continuare a seguire con grande attenzione gli sviluppi di questa vicenda tragica, con la preoccupazione costante di essere al fianco della comunità nazionale in un momento di avversità e di prove".

 

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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