Perché crescono i prezzi di benzina e gasolio
I tributi pesano oltre 50%, da 87 anni si paga la guerra d'Etiopia, il sisma del Friuli e la crisi del canale di Suez
Le tasse applicate sui carburanti, in particolare benzina e gasolio, superano il 50% del prezzo complessivo pagato dai consumatori. Se per il diesel Iva e accise pesano sul totale per il 51,8%, per la verde salgono addirittura al 55,3%. E' quanto emerge dalle ultime rilevazioni del Mise, che fanno riferimento alla settimana dal 28 febbraio al 6 marzo. La benzina costa alla stazione di servizio 1.953,14 euro, di cui: 0,73 euro sono accise (728,40 centesimi), 0,35 euro Iva (352,21 centesimi) e 0,87 euro è il costo netto del carburante (872,53 centesimi).
Rispetto alle rilevazioni effettuate la settimana precedente si è registrato un incremento del 4,1% per la benzina e del 4,6% per il diesel. Infine il gpl, che beneficia di un minor peso delle accise sul totale, riducendo il prelievo fiscale al 35,3% del prezzo di vendita. Su 0,85 euro (853,55 centesimi) le accise pesano per 0,14 euro (147,27 centesimi), l'Iva per 0,15 euro (153,92 centesimi) e il prezzo netto è fissato a 0,55 euro (552,3 centesimi). L'aumento rispetto alla settimana precedente è stato del 4,1%.
Secondo le rilevazioni dell'Unem, l'Unione energia per la mobilità, si verifica una situazione ''paradossale di emergenza'' per quanto riguarda il gasolio, con il margine lordo che è negativo per 0,114 euro: il costo della materia prima è ''nettamente superiore al prezzo di vendita senza tasse''. Sulla benzina invece si registra un margine lordo di 0,045 euro e, spiega l'associazione, è l'unica voce su cui ''l'operatore può agire per modificare il prezzo alla pompa''.
Tra i due prelievi che vengono applicati sui carburanti ci sono delle differenze sostanziali. L'Iva, imposta sul valore aggiunto, prevede un'aliquota del 22% sul prezzo, quindi il gettito aumenta con il crescere dei prezzi; mentre le accise sono un tributo che viene introdotto per affrontare una situazione di emergenza (come i conflitti) e quindi dovrebbe avere un tempo definito. Il problema è che quando l'emergenza viene superata il tributo, almeno in Italia, resta; infatti la lunga lista delle accise sulla benzina, composta da 19 'emergenze', parte addirittura dalla guerra d’Etiopia (1935-1936).
E nonostante siano passati 87 anni dall'introduzione del prelievo (e 86 dalla fine del conflitto), i consumatori oggi continuano a pagare 0,000981 euro su ogni litro di benzina. Conflitti ma non solo, nella lunga lista delle voci che hanno fatto crescere il prezzo della benzina nei decenni ci sono anche disastri naturali, rinnovi di contratti, missioni Onu e gestione immigrati. L'utilizzo di questo strumento sembra aver preso piede soprattutto a partire dal nuovo millennio, infatti dal 2000 (quindi in poco più di 20 anni) sono state introdotte 9 accise (quasi la metà del totale).
Ecco la lista delle accise che vengono pagate dai consumatori su ogni litro di benzina.
1) per il conflitto in Etiopia (1936) si applica un prelievo di 0,000981 euro;
2) per la crisi di Suez (1956) si applica un prelievo di 0,00723 euro;
3) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963) si applica un prelievo di 0,00516 euro;
4) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966) si applica un prelievo di 0,00516 euro;
5) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968) si applica un prelievo di 0,00516 euro;
6) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976) si applica un prelievo di 0,0511 euro;
7) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980) si applica un prelievo di 0,0387 euro;
8) per la missione Onu durante la guerra del Libano (1982) si applica un prelievo di 0,106 euro;
9) per la missione Onu durante la guerra in Bosnia (1995) si applica un prelievo di 0,0114 euro;
10) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004) si applica un prelievo di 0,02 euro;
11) per l'acquisto di autobus ecologici (2005) si applica un prelievo di 0,005 euro;
12) per l'emergenza terremoto in Abruzzo (2009) si applica un prelievo di 0,0051 euro;
13) per il finanziamento alla cultura (2011) si applica un prelievo da 0,0071 a 0,0055 euro;
14) per la gestione immigrati dopo la crisi libica (2011) si applica un prelievo di 0,04 euro;
15) per l'emergenza alluvione Liguria e Toscana (2011) si applica un prelievo di 0,0089 euro;
16) per il decreto legge ‘Salva Italia’ (2011) si applica un prelievo di 0,082 euro;
17) per l'emergenza terremoti dell’Emilia (2012) si applica un prelievo di 0,024 euro;
18) per il finanziamento del ‘bonus gestori’ (2014) si applica un prelievo di 0,005 euro;
19) per le spese del 'decreto legge del fare’ (2014) si applica un prelievo di 0,0024 euro.
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