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La Germania ha puntato tutto sulle rinnovabili, ma va a carbone

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Un dato che testimonia una discrepanza tra la realtà e la narrazione dell’energia rinnovabile come amica dell’ambiente in ogni caso

Non c’è nulla da fare, prosegue la tendenza negativa della Germania, che sta incentrando la propria produzione di energia elettrica soprattutto sull’utilizzo del carbone, fonte non rinnovabile che concorre all’emissione di 820 grammi di CO2 per ogni KWh prodotto.  

A causa dell’elevato costo delle materie prime, nel terzo trimestre del 2021 è calata drasticamente la produzione di energia da gas naturale (-38%). Rispetto allo stesso periodo del 2020, il ricorso a risorse non rinnovabili è aumentato del 2,7%, andando a costituire il 56,9% del totale dell’elettricità prodotta.

Riguardo la produzione di energia elettrica, il dato più ampio che riguarda il primo semestre del 2021 vede sempre in testa le fonti non rinnovabili, con il 56% della produzione affidata alle stesse. Dato in forte aumento rispetto al primo semestre 2020, quando al contrario il 51,8% dell’energia proveniva da fonti "green". 

Un dato che dimostra la poca affidabilità dell’energia rinnovabile come fonte primaria di approvvigionamento energetico. Il paese guidato da Scholz, ad oggi, sfrutta solo il 19% della capacità eolica installata e lo 0,06% della potenzialità dei suoi impianti fotovoltaici. Gli impianti di energia rinnovabile installati, a pieno regime, garantirebbero alla Germania di produrre molto più del proprio fabbisogno energetico. 

In totale, oggi la Germania emette 450 grammi di CO2 ogni KWh prodotto, contro i circa 107 emessi dalla Francia, che ha come fonte di approvvigionamento primaria l’energia nucleare.

2 anni fa
Autore
Emanuele Di Casola

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