Gimbe: dati stabili ma vanno rafforzate le dosi di vaccino
Cartabellotta: 'specie per over 80 pesa circolazione virus e calo protezione vaccinale dopo terza dose'
Si registra una sostanziale stabilità in Italia sul fronte dei decessi Covid: 759 negli ultimi 7 giorni (di cui 80 riferiti a periodi precedenti), con una media di 108 al giorno rispetto ai 107 della settimana precedente. E' il quadro che emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 17-23 agosto. Il dato dei morti, commenta il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, "rimane molto elevato, alimentando il dibattito sui criteri per definire le morti Covid e addirittura la richiesta di una commissione medica di inchiesta sulla mortalità Covid in Italia".
Secondo i dati pubblicati dall'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità, relativi ai decessi di persone con diagnosi di Covid tra il 24 giugno e il 24 luglio 2022, il tasso grezzo di mortalità per 100.000 persone, segnalano da Gimbe, è molto più elevato tra i non vaccinati che tra i vaccinati con tre dosi: 19,1 contro 5,3 per la fascia 60-79 anni e 327,2 contro 48,2 per gli over 80. Tuttavia, a fronte di questa efficacia molto elevata, negli over 60 che hanno completato il ciclo vaccinale con 3 dosi si rileva un progressivo aumento del tasso grezzo di mortalità: in particolare, dopo aver toccato il valore mimino per i deceduti con diagnosi di Covid nel periodo 20 maggio-19 giugno è aumentato in poco più di un mese da 1,5 a 5,3 nella fascia 60-79 anni (+253%) e da 11,8 a 48,2 negli over 80 (+309%).
"L'attuale numero dei decessi - spiega Cartabellotta - in particolare negli over 80 è dunque fortemente condizionato sia dalla circolazione virale sia dal progressivo declino della protezione vaccinale nei confronti della malattia grave dopo 120 giorni dalla terza dose, indipendentemente da altre variabili quali comorbidità, sottoutilizzo farmaci antivirali, problematiche organizzative, criteri per definire il decesso Covid".
La campagna per la somministrazione della quarta dose di vaccino anti-Covid "sconta un clamoroso ritardo". A osservarlo è sempre Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, commentando i dati sulle vaccinazioni riportati nell'ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione, relativo alla settimana 17-23 agosto.
Secondo quanto disposto dalla Circolare del ministero della Salute dell'11 luglio, si ricorda nel report, la platea di persone candidate a ricevere il secondo richiamo è di oltre 17,1 milioni di persone, di cui più di 1,85 milioni non eleggibili nell'immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni. Al 24 agosto (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 2.185.380 quarte dosi, con una media mobile di 9.999 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 11.417 della scorsa settimana (-12,4%), e molto lontane dal target di 100 mila somministrazioni fissato dalle linee di indirizzo dell'Unità per il completamento della campagna vaccinale. Gimbe segnala che al momento, dunque, risultano scoperti dalla quarta dose 14,3 mln di over 60 e fragili.
In base alla platea ufficiale (che comprende 5,4 mln di 60-69enni, 4,4 mln di 70-79enni, quasi 3,7 mln di over 80, 3,4 mln di pazienti fragili e 88mila ospiti delle Rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 27 luglio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 16,7% con nette differenze regionali: dal 6,4% della Provincia Autonoma di Bolzano al 32,3% del Piemonte. Sostanzialmente ferme le percentuali di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino (88,2% della platea) e di chi ha completato il ciclo vaccinale (86,7% della platea). Restano ancora 6,82 milioni di non vaccinati, di cui 1,31 milioni di guariti protetti solo temporaneamente. E 7,63 milioni di persone non hanno ancora ricevuto la terza dose, di cui 2,56 milioni di guariti che non possono riceverla nell’immediato.
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